Creta e Venezia

Storia e testimonianze veneziane a Creta

Isola veneziana di Candia - oggi Creta

Creta

Creta è il luogo dell'antichità mitica del labirinto di Teseo e di Arianna e del terribile Minotauro. Ma è anche un luogo magico con spiagge meravigliose, acque cristalline, paesaggi sempre mutevoli e tramonti che tolgono il fiato.

Per oltre 400 anni, dal 1204 al 1669 Creta ha fatto parte dello Stato Veneziano. Un lungo dominio che ha inciso profondamente sulla società e sulla cultura dell'isola. Le principali città dell'isola sono Candia (oggi Heraklion), Canea (oggi Chania) e Retimo (oggi Rethymno). In ognuna è facile trovare testimonianze veneziane: leoni, architetture, fortificazioni e bastioni che vengono ancora chiamati con nomi veneti.

Creta Veneziana

A seguito della IV Crociata, nel 1204, e della conquista di Costantinopoli da parte dei Veneziani, Creta viene concessa a Venezia. Il dominio veneziano su Creta sarà il periodo più lungo di dominio nella storia dell'isola. Come vedremo tracce del ruolo di Venezia sono rimaste un po' in tutta l'isola, specie nelle grandi città.

Per consolidare il suo potere Venezia introdusse i propri sistemi amministrativi a Creta e contemporaneamente organizzò delle basi militari nell'isola. Inoltre modificò la struttura sociale stabilendo una nuova gerarchia che vedeva ora prevalere i nobili veneziani:

  • i nobili veneziani
  • i nobili Cretensi
  • i cittadini
  • la plebe

Con il declino dell'impero Bizantino ed il rafforzamento di quello ottomano, inizia un lungo periodo di antagonismo tra Venezia ed i Turchi che durerà fino al 18° secolo. I Veneziani, dopo aver subito la perdita di Cipro fortificano le principali città costruendo imponenti mura e sistemi difensivi.

Le fortificazioni di La Canea a Creta
Le mura di difesa di La Canea, una delle principali città veneziane nell'isola di Candia

 

La guerra di Creta

Uno degli scontri più importanti tra Venezia ed i Turchi è avvenuto proprio in quest'isola ed è conosciuto come "la guerra di Creta".
A metà del 17° secolo i Turchi sbarcarono in forze nella parte ovest di Creta tentando una veloce conquista dell'isola veneziana. Il 23 Giugno del 1645 conquistarono l'isoletta di San Teodoro (Theodoroi), poco lontana dalla città di La Canea (oggi Chania). Dopo due mesi anche La Canea, nonostante il poderoso sistema di fortificazioni veneziane, cadde.

 

conquista di canea
I turchi occupano l'isoletta di San Teodoro e conquistano La Canea


Retimo (oggi Rethymno) capitola nel 1646.
 

Il lungo assedio di Candia

Nella primavera del 1648 buona parte dell'isola è ormai nelle mani degli ottomani, con l'eccezione della parte più difesa: la capitale Candia (oggi Ηράκλειο, Heraclion).
Qui gli ottomani trovano una difesa ferrea che li costringe ad un assedio tra i più lunghi nella storia.

Fortificazioni nella città di Candia
Fortificazioni nella città di Candia

 

L'assedio ha inizio in maggio del 1648 e durerà fino a settembre del 1669. Nella prima parte dell'assedio l'armata ottomana attacca la parte sud della città. Quindi si sposta a est. La durata è tale che l'armata dei conquistatori costruisce una vera e propria fortezza che fronteggerà la città dalla parte ovest. Nel frattempo le due armate si confrontano anche sul mare in una guerra lunghissima ed estenuante per entrambe le parti. La città di Candia resisterà per più di 20 anni.

 

assedio di candia
Le truppe Ottomane accampate ad ovest di Candia e la flotta ottomana, anch'essa posizionata sulla parte ovest della città.

 

Come si legge nell'immagine qui sotto, nel settembre del 1669, dopo aver condotto una resistenza eroica,ferito sette volte durante gli innumerevoli attacchi "di giorno e di notte, sopra terra" ma anche sotto terra (venivano scavati tunnel e poi fatte saltare le fortificazioni da sotto), Francesco Morosini, Procuratore di San Marco de Supra, firma la pace.

 

guerra di candia, la resa
La resa finale

 

Fortezza di Suda, vicino a La Canea, Creta

Suda: strategica e imprendibile

Quest'isoletta posta all'imbocco della baia di Suda (vicinissima a La Canea, oggi Chania) era considerata di importanza strategica notevole. La baia, per capienza e profondità dei fondali, poteva essere un rifugio sicuro per una intera flotta. Essa fu pertanto caparbiamente mantenuta, a costo di difficili e continui lavori di fortificazione. Incredibilmente fu l'ultima fortezza a cadere nelle mani dei Turchi, nel 1715, mentre l'intera isola di Creta era turca dal 1669.

I primi progetti

Fin dal 1501 il Senato era stato informato dai governatori dell'isola sull'importanza del sito e della baia per gli interessi della Serenissima. Da principio non si era data alla notizia la dovuta importanza, tanto che il Sanmicheli e il duca di Urbino non si trovarono d'accordo sui provvedimenti da prendere. Se ne interessarono anche il Savorgnan e Agostino Clusone, l'uno ricordando la necessità di integrare le difese con un maschio all'interno della baia
l'altro proponendo ulteriori fortificazioni a terra, in corrispondenza dell'isolotto della Suda, al fine di proteggere meglio la baia stessa. Limitatamente alla fortificazione dello scoglio, si cimentarono nella progettazione anche Latino Orsini e Moretto Calabrese, dei quali ci sono rimasti i relativi elaborati.

I lavori

Autorizzati finalmente i lavori nel 1571, l'Orsini poté iniziarli nel 1572. Nell'aprile dell'anno successivo l'impostazione della cinta bastionata era conclusa, « tanto, che in così breve tempo è come un miracolo ». Se la prima fase del lavori tu molto sollecita, non altrettanto può dirsi dei completamenti successivi: l’uso della terra rossa al posto della calcina procurò alcuni franamenti, per cui si dovettero prendere i rimedi del caso, anche quando lo scoglio era flagellato dai marosi, con crolli al piede della muratura.
L'isolotto fu inoltre dotato di adeguati alloggiamenti per soldati e di magazzini per polveri e sussistenza; vi furono anche costruiti un forno, una cisterna e una chiesa.

Lo scoglio dei conigli

Il vicino scoglio dei conigli non mancò di sollevare problemi, per la facilità d'approccio che poteva offrire all'assediante: esso infatti si trovava proprio di fronte alla cortina sottesa dai due mezzi baluardi Orsini e Michiel. Dopo una sua prima riduzione a triangolo, quasi fosse una lunetta, si decise infine di farlo saltare mediante una mina.

L'assedio

La prova del fuoco avvenno con l'assalto turco del 20 luglio 1646, che mise in luce i difetti di una fortificazione, creata velocemente ed in difficili condizioni ambientali. Ciò nonostante Suda resistette nel tempo, e perfino dopo il dirastroso terremoto del 1681 ebbe la forza di rinnovarsi. I suoi abitanti, che da 40 crano passati a 90, salirono bruscamente a 600 quando vi arrivarono i profughi cretesi sfuggiti alla dominazione turca; fino ad arrivare ad 800 - di cui 180 atti alle armi.

La fine del conflitto

Se può destare ammirazione la resistenza di Suda, va anche detto che lo stato di segregazione in cui erano ridotti abitanti e difensori difficilmente avrebbe potuto protrarsi ulteriormente.
Oggi, anche a causa dei continui rifacimenti (rifacimenti sia nel corso degli assedi che successivamente, ad opera dei turchi) Suda è cambiata, anche se rimane testimone di un passato valoroso. Tutt'ora la baia viene preferita, come porto civile, alla vicina Chania. Nella sponda sud della baia c'è un porto militare Greco e nella parte nord c'è una base militare della Nato che ingloba anche l'isola fortezza veneziana.

Fortezza di Retimo (oggi Réthymno)

Retimo (oggi Rethymno)

Rispetto alle altre città dell'Isola di Creta, Retimo rappresenta la situazione più contraddittoria. Posta su un promontorio proteso sul mare nel versante settentrionale di Creta, ha il proprio insediamento urbano concentrato al collo del promontorio, affacciato soprattutto sull'insenatura nordorientale, lasciando invece libera la parte sommitale adiacente. 

Nel fervore di opere difensive che fece seguito alla visita di Michele Sanmicheli del 1538, venne decisa una soluzione per la difesa del sito che prescindeva da eventuali strutture pre esistenti e risolveva il problema con il tracciamento lineare di una cortina che tagliasse il promontorio, comprendendo l'abitato esistente. 

L'opera di difesa appare alquanto semplice, dotata di sue soli bastioni agli estremi e di una piattaforma nel mezzo della lunga e diritta cortina. Oggi al posto delle mura un viale rettilineo separa il vecchio borgo dalle espansioni più recenti iniziate ai primi del 1900. 

Attualmente la fortezza si presenta in buone condizioni anche grazie al fatto che i Turchi, dopo averla conquistata, la riadattarono per metterla in grado di resistere ad eventuali contrattacchi dei Veneziani. Come in effetti avvenne. Alcuni elementi della fortezza hanno, pertanto, caratteristiche architettoniche Turche, come la moschea ed i resti due minareto. 

Testimonianze veneziane a Retimo (oggi Rethymno)

Storia della Fortezza di Candia

Per comprendere la storia delle fortificazioni dell'isola occorre premettere che le prime difese avevano avuto come scopo l'opposizione alle ribellioni locali mentre in seguito vennero riadattate per la difesa esterna. 

L' espansione di Candia necessita protezione

Per quanto concerne le difese di Candia: nel 1462 troviamo una richiesta degli ambasciatori a Venezia perché si realizzi una nuova più ampia cinta. La capitale dell'isola doveva essere in grande espansione, dacché, ancora alla fine del XV secolo, veniva denunciata l'assenza di adeguate difese dei borghi esterni; nel dicembre del 1501 venne pertanto inviata a Candia una commissione, formata dal proto Sebastiano da Como, dal bombardiere Giovanni di Alberghetto e dal mastro Cristoforo Lombardo.

Si inizia da tre bastioni

Ma neppure allora si dovettero prendere provvedimenti concreti, se nel 1518 la Serenissima mandò addirittura Giano da Campofre goso e, l'anno seguente, Gabriele Tadino, detto Martinengo. Risulta che nel 1523 furono costruiti tre bastioni, ritenuti sufficienti, anche senza le cortine di collegamento. La cosa sollevò critiche, anche da parte di persone estranee all'ambiente veneziano, come il gran maestro di Rodi, il quale, trovandosi di passaggio nell'isola,non mancò di dire la sua.

 
Il pericolo Turco

Mentre ancora ci si preoccupava soltanto dei provvedimenti per il castello del porto, ecco scoppiare la guerra coi Turchi.Era inevitabile correre al riparo immediatamente, con provvedimenti d'urgenza; così nel 1538 il Senato deliberò d'inviare sul posto Michele Sanmicheli, che visitò Candia, Canea, Suda e Rétimo.

 

Il Sanmicheli a Creta

A tal proposito, e per ribadire quanto già altre volte affermato, giova riportare l'asserzione del Gerola: « che le mura di Candia siano opera del grande Veronese è detto e ripetuto da tutti. Ma se facile - ed anche gradito - può esser il crederlo, non altrettanto agevole si è il dimostrarlo. Anzi, pur ammettendo che molto egli abbia contribuito a quella fabbrica, è doveroso confessare che non tutto il merito di questa gli va attribuito ».

 

La nuova difesa di Candia

Nonostante l'urgenza di procedere con i lavori di difesa nel 1555 il duca Alvise Gritti avvertiva, nella sua relazione, che i sette baluardi erano compiuti solo per due terzi.
La nuova difesa a fronte bastionato comprendeva infatti, con un ampio semicerchio, sia «li borghi » dell'entroterra, sia la «città vecchia», prospiciente il mare, con il famoso arsenale - il secondo in ordine di grandezza dopo quello di Venezia - e con il castello per sua difesa.

 

Gli autori 

Non è da escludersi che la prima definizione di tale impianto possa essere stata suggerita dal Sanmicheli; in un disegno, che il Gerola ritiene possa essere stato eseguito di sua mano, non è difficile riscontrare elementi bastionati non difformi da quelli eseguiti dall'architetto veronese nella sua stessa città.

 

I Bastioni 

Sta di fatto però che, quando nel 1562 intervenne sulla scena Giulio Savorgnan, i « baluardi » in muro diventarono « bastioni » ricoperti in terra e il lavoro prosegul più spedito e meno costoso, anche se non gli mancarono le solite facili critiche.

 

La guerra di Cipro

Mentre numerosi altri lavori tenevano impegnati in continuazione tecnici e amministratori di Candia, imperversava  la crisi di Cipro che faceva temere un successivo attacco a Creta. Nel 1589 il generale Giambattista del Monte dovette riconoscere che le fortificazioni di Candia, pur non raggiungendo ancora la perfezione, erano di straordinaria bellezza: « a giudizio mio si può dire la più bella fortezza d'Europa » 

 

La fortezza più bella d'Europa

In seguito, soprattutto nel Seicento, mentre aumentava il pericolo di un attacco turco, furono eretti nuovi elementi difensivi, secondo i più moderni ritrovati, miranti a porre sempre maggior distanza fra la fortezza e il suo assediante: così si fece partire dal forte avanzato di San Demetrio la « freccia » di Crevacuore, per coprire il bastione Vitturi; si antepose un'opera a « corno» davanti al bastione Gesù e un « cappello da prete » davanti al bastione Martinengo; davanti al bastione Betlemme fu invece costruita una « lunetta», mentre un'altra opera a « corno » copriva il bastione Pantocratora.

 

La fortezza oggi

La maggior parte della cinta difensiva, con le sue enormi elevazioni dal livello campagna, è attualmente ancora leggibile. Mentre è rimasta ben poca traccia di ciò che si trovava all'esterno. Se certe altre parti, anche importanti, non sono più riscontrabili oggi - come la porta Zorza - la causa può essere ancora una volta attribuita alle distruzionicompiute nel corso del lungo assedio e alle successive costruzioni.

 

Sabbionara, Sant'Andrea

I bastioni Sabbionara c Sant'Andrea, per esempio, collocati sul mare, ognuno ad un estremo della cinta, furono sbriciolati dalle cannonate, e ricostruiti poi dai Turchi, secondo i sistemi già impiegati dai loro nemici ma riconosciuti ancora validi. Mentre delle mura medioevali delle città vecchia non rimane pressoché traccia il porto vecchio conserva ancora sulla punta del molo il castello, della cui esistenza si ha notizia sin dal 1303. 

 

Il castello "Rocca a mare"

Quando nel 1523 arrivarono in Candia l'ingegnere Antonio Saracini e il capitano delle fanterie Giovanni da Como, essi si resero conto che la vecchia costruzione mal si prestava alla difesa del porto contro l'uso delle moderne artiglierie, giacché avrebbe subito ceduto sotto i colpi. Si decise quindi di abbattere la vecchia torre e di costruire in sua vece un nuovo fortilizio; quello che tuttora, a dispetto delle avversità, si erge sul mare.

 

L'architettura del castello

Planimetricamente ha la forma di un rettangolo, posto all'innesto col molo, sul quale si apre un ingresso, per sporgersi a lunetta verso lo specchio d'acqua, questo allo scopo di distribuire i tiri dell'artiglieria in ogni direzione, compreso il fiancheggiamento del fortilizio all'interno della darsena stessa. All'estemità verso il mare c'è un altro ingresso sugli scogli (un po' inopinato), che interrompe la serie delle sedici cannoniere del piano terreno, dove gli ambienti interni sono adibiti a magazzino. 

La struttura di copertura di tali ambienti, fatta a volti nei quali sono praticati degli spiragli (« sospiroli ») per l'evacuazione dei fumi da scoppio, sostiene una vasta terrazza, sulla quale sono posti in batteria un'altra dozzina di bocche da fuoco, alcuni alloggiamenti per i soldati, una garitta e un faro per le segnalazioni.

 

Fortezza di Candia (oggi Heraklion)

La fortezza è denominata "Rocca a mare"

Testimonianze veneziane a Candia (oggi Heraclion)

Fortezza Veneziana di Frangokastello, sud di Creta

Mura di Candia - Porta Pantocratore

Altri motivi per visitare Creta

Oltre a cercare testimonianze del periodo veneziano a Creta ci si può rilassare su bellissime spiagge, si può camminare all'interno di gole maestose, percorrere fiumiciattoli fino alla foce o passeggiare in montagna.
Vediamo alcune delle più belle spiagge di Creta.

Spiaggia di Seitan Limania

Spiaggia di Preveli

Triopetra beach

Balos beach

Elafonisi beach

Matala beach

Red beach