La Chiesa degli Scalzi

Chiesa degli Scalzi a Venezia

La Chiesa degli Scalzi a Venezia

La Chiesa di Santa Maria di Nazaret - che i veneziani hanno ribattezzato "degli Scalzi" - sorge a fianco della stazione di Santa Lucia e di fronte all'agile ponte degli Scalzi.
Il sestiere è quello di Cannaregio e la zona è quella, appunto, della Stazione. 

 

La Chiesa degli Scalzi a Venezia
La Chiesa degli Scalzi a Venezia. Sullo sfondo la stazione di Santa Lucia.

 

Davanti a questa Chiesa passano migliaia di turisti ogni giorno, sia quelli che arrivano con il treno, sia con gli autobus da Piazzale Roma, passando sul ponte di Calatrava. 

 

La Chiesa nascosta dal ponto degli Scalzi
Il ponte degli Scalzi e, seminascosta, la Chiesa degli Scalzi



Il soprannome, che ormai è diventato il nome con cui la Chiesa è conosciuta, si deve al fatto che custodi della Chiesa sono i padri Carmelitani Scalzi, ordine romano stabilitosi in laguna nel 1633.

 

La Chiesa degli Scalzi a Venezia
La facciata della Chiesa degli Scalzi sul Canal Grande

 

Architettura della Chiesa degli Scalzi

Gli architetti

Il progetto iniziale è dell'architetto Baldassarre Longhena, il più geniale architetto del barocco veneziano nato a Venezia da genitori di origine svizzera. 
La facciata è di Giuseppe Sardi altro architetto di origine svizzera, allievo e collaboratore del Longhena che disegnerà anche la facciata della Chiesa di San Stae.
Infine Fra' Giuseppe Pozzo fu l'ideatore della sfarzosa decorazione degli interni. 

Chiesa degli Scalzi, il progetto del Longhena
Il progetto del Longhena per la Chiesa degli Scalzi

 

Lo stile

L'edificio venne costruito tra il seicento ed il settecento in stile barocco, quando l'ordine dei Carmelitani Scalzi decise di avere una sede nella prestigiosa capitale della Repubblica Serenissima. 

 

La Chiesa degli Scalzi in un quadro del Canaletto
La Chiesa degli Scalzi, sulla destra, in un quadro del Canaletto. La chiesa successiva sulla destra, più lontana, è la Chiesa di Santa Lucia, demolita per fare spazio alla stazione ferroviaria. 

 

I monaci acquistarono alcune case sul Canal Grande e degli orti nelle vicinanze della chiesa di Santa Lucia ed iniziano la costruzione del convento e della chiesa su progetto di Baldassarre Longhena.

La costruzione della Chiesa

I lavori di costruzione

I lavori iniziarono nel 1656 e si protrassero fino a metà del secolo seguente. La facciata, come detto, fu progettata dal Sardi e fu realizzata a partire dal 1672 e conclusa nel 1680. 

La consacrazione

Nel 1705 la Chiesa, completa nella struttura architettonica e nella facciata, ma non ancora perfettamente conclusa all'interno (mancava l'affresco del Tiepolo ed altre decorazioni) venne consacrata. 
L'evento è ricordato con una iscrizione marmorea in latino che, tradotta, suona così:

A Dio ottimo e massimo, questo tempio alla Beatissima Vergine Maria di Nazaret Dedicato con il denaro dei pii fedeli dai Carmelitani Scalzi eretto, dal Nobilissimo Conte Cavazza di Facciata ornato, l'illustrissimo e reverendissimo signore Giovanni Badoer patriarca di Venezia Consezionete dall'illustrissimo e reverendissimo Fra' Elisa di S. Alberto Carmelitano Scalzo Vescovo di Aspahan fu consacrato nell'anno del signore 1705, 11 Ottobre

Nell'iscrizione si menziona il conte Girolamo Cavazza che contribuì alla realizzazione della facciata, oltre ai fedeli ed ai frati, protagonisti della costruzione. Il vescovo che consacrò la Chiesa fu missionario in Persia e vescovo di Aspahan, appunto in Persia. 

Gli interni della Chiesa

Longhena muore nel 1682 e dalla sua morte l'architetto Jacopo Antonio Pozzo (che si fece frate carmelitano e assunse il nome di Giuseppe Pozzo) si dedicò alle rifiniture interne. 
In particolare modo egli fece modificare l'altare maggiore ed alcune cappelle laterali secondo lo stile tardo barocco allora in gran voga. 
Lo stesso frate si incaricò di portare a termine le decorazioni commissionando a Giambattista Tiepolo la decorazione del soffitto.

Chiesa Scalzi: il soffitto affrescato dal Tiepolo
Chiesa degli Scalzi, il soffitto affrescato dal Tiepolo

Un opera meravigliosa di cui non ci resta nulla perché, purtroppo, fu distrutto da una bomba austriaca - destinata alla stazione ferroviaria -  il 24 Ottobre 1915.

Il soffitto dipinto dal tiepolo crollato sotto la bomba austriaca
Il soffitto con l'affresco del Tiepolo completamente distrutto da una bomba austriaca nel 1915

I pochi frammenti rimasti sono oggi esposti alle Gallerie dell'Accademia, a Venezia.

Frammento dell'affresco del Tiepolo
Un frammento dell'affresco del Tiepolo, conservato alle gallerie dell'Accademia

 

La facciata della Chiesa

Su disegno dell'architetto Giuseppe Sardi e grazie alla donazione del conte Girolamo Cavazza, venne eretta tra il 1672 ed il 1680 la facciata, larga 25 metri e alta 26 metri.
Tutta in marmo bianco di Carrara (e recentemente restaurata e pulita). 

La monumentale struttura vuole esprimere il trionfo di Maria Vergine che troneggia nel centro della facciata. 

Alla Chiesa si accede dal grande basamento, superando tre gradini e accedendo al grande portale centrale. Al di sopra del basamento 12 colonne abbinate accolgono 4 nicchie con le statue di S. Sebastiano, S. Maria Maddalena, S. Margherita e S. Giovanni Battista.

Chiesa degli Scalzi il basamento
Il basamento della Chiesa

Nella parte centrale della facciata otto colonne, sempre abbinate, accolgono 3 nicchie. In quella centrale c'è Maria, la madonna, con il Bimbo in braccio, seduta sul trono. Alla sinistra è rappresentata la Fede mentre la nicchia di destra è vuota. Vi era rappresentata la Speranza, statua caduta al suolo nel 1920 e distrutta. 
Ai lati le statue di San Girolamo, a sinistra e di San Bartolomeo, a destra.

Chiesa Scalzi facciata parte centrale
La parte centrale della facciata della Chiesa

Il frontone della facciata vede nel centro lo stemma dei Cavazza (come detto fu il Conte Girolamo Cavazza che mise a disposizione il denaro per costruire la facciata). 

Ringrazio Dio di avermi concesso di veder finita la facciata che rimetto accompita nelle mani dei padri i quali hanno grande occasione di accarezzarla essendo il solo edificio nel mondo christiano di questa qualità...     

(Testamento di Girolamo Cavazza)

Sul cornicione sono collocate cinque statue: al vertice Cristo Benedicente, alla sua destra Caino adagiato sul fianco e Adamo nudo, alla sua sinistra Abele adagiato sul fianco ed Eva nuda con due mele in mano.

Chiesa degli Scalzi, frontone
Il frontone della facciata della Chiesa degli Scalzi a Venezia

L'interno della Chiesa

La Chiesa misura 45 metri di lunghezza, 25 di larghezza e 24 di altezza.
All'interno si viene colpiti dal fasto dello stile barocco Veneziano, forse il più stupefacente in città.14 finestroni a vetri piombati illuminano gli interni evidenziando forme, superfici, fregi, decorazioni... un trionfo dello spirito artistico.

Chiesa Scalzi Venezia interni
Gli straordinari interni della Chiesa

Il pavimento ed il rivestimento della Chiesa

Il pavimento della Chiesa è una scacchiera di marmo rosso verona e biancone posato in diagonale e tappezzato da pietre tombali di ogni forma. 

I rivestimenti sono in marmo africano antico con pilastri abbinati e basamenti in pietra d'Istria dorata. Diverse nicchie, tra le lesene, ospitano gli apostoli e gli evangelisti.

Chiesa degli scalzi Venezia, il pavimento bianco e rosso
Il pavimento a scacchi bianco e rosso posato in diagonale nella navata ed interrotto dalle pietre tombali

L'altare maggiore

Tutto in questa Chiesa è fastoso, ma il presbiterio è forse la scenografia più imponente e quasi profana.

Chiesa degli Scalzi a Venezia, presbiterio e altare maggiore
Presbiterio e altare maggiore

Concepita da Fra' Giuseppe Pozzo vede 8 colonne tortili in marmo rosso sostenere dei capitelli arcuati. Tra le colonne spuntano le statue di Santa Teresa e di San Giovanni della Croce. Al di sopra di tutto la statua di Gesù Salvatore benedicente che regge nella mano sinistra il mondo. Sotto di lui due figure adagiate sull'arco e degli angeli.

 

 

Chiesa degli Scalzi: sculture e pitture

Foto di Francesco Bianco di Portogruaro

Chiesa degli Scalzi: tombe di dogi

In questa Chiesa riposano due dogi.

Il primo lo troviamo nella cappella che contiene la scultura di Santa Teresa in estasi del Meyring. Si tratta di Carlo Ruzzini, eletto doge il 2 giugno del 1732 a 80 anni di età, dopo 20 anni di missioni diplomatiche in giro per il mondo e morto solo tre anni dopo.

Il secondo è molto più famoso: è il doge Ludovico Manin, l'ultimo doge di Venezia. La sua famiglia di provenienza, friulana, era così ricca da potersi comperare l'adesione al patriziato veneto nel 1651 versando centomila ducati. Una somma enorme. Molti libri parlano di questo Doge che partecipo' alla caduta di Venezia e non sono molto generosi: sembra che la sua principale virtù fosse proprio la ricchezza che, d'altro canto, fu anche il motivo per cui venne eletto Doge. Ti consiglio di leggere il suo testamento: qui.

Il pavimento della navata centrale

Il pavimento dell'altare

Pavimenti e decori delle cappelle laterali

Chiesa degli Scalzi: la distruzione dell'affresco del Tiepolo

Bibliografia e libri consigliati

I carmelitani scalzi a Venezia. La chiesa di Santa Maria di Nazareth e il brolo del convento - C.Favero e G. Favero- 2015

Libriccino dedicato alla Chiesa degli Scalzi, alla sua architettura ed alle opere d'arte contenute. 

La chiesa di Santa Maria di Nazareth e la spiritualità dei Carmelitani Scalzi a Venezia - G. Bettini e M. Frank, 2014

Libro dedicato alla Chiesa degli Scalzi ed alle opere d'arte contenute. 

Pavimenti barocchi veneziani - L. Lazzarini e W. Wolters, 2018

Il libro raccoglie gli atti di un convegno organizzato dall'Ateneo Veneto e dedicato ai pavimenti barocchi dei palazzi e delle chiese di Venezia. Ricco di informazioni, foto ed illustrazioni è uno dei rarissimi libri dedicati ai pavimenti ad intarso del periodo. 

Il Serenissimo Borghese - Alberto Frappa Raunceroy, 2014

La storia romanzata dell'ultimo doge, Ludovico Manin, sepolto all'interno della Chiesa degli Scalzi. Il libro racconta gli anni della caduta della Repubblica intrecciati con la vita del doge Manin e della moglie Elisabetta. 

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