I casini a Venezia
I casini erano delle “piccole case”, cioè dei luoghi appartati dove ritrovarsi tra amici per bere, conversare, leggere, recitare poesie ma anche per incontrarsi con l'amante.
Alcuni di questi divennero dei veri e propri salotti letterali, altri, invece, dei ritrovi amorosi. In ogni caso avere un casino in cui ospitare amici e conoscenti era uno status simbol per i nobili.
I casini erano numerosi a Venezia ed all'interno della stessa famiglia potevano essere anche più di uno ed anche le donne potevano averne uno di personale.
Il casino Venier a Venezia
Il Casino Venier si trova fra Rialto e San Marco vicino al Ponte dei Baretteri, ed è noto per alcune caratteristiche peculiari come lo spioncino nel pavimento di marmo che serviva per guardare chi si trovava nel sotoportego davanti alla porta d'ingresso.
Ma anche per i passavivande inseriti negli angoli delle due sale che proteggevano gli ospiti dagli sguardi curiosi della servitù.
Oggi è sede dell’Associazione Culturale Italo-Francese Alliance Française che tiene lezioni all'interno e consente, su richiesta, la visita.
Storia del Casino Venier
Il casino Venier era di proprietà di Federico Venier, Procuratore di San Marco, ma chi animava la conversazione durante gli incontri era la moglie di quest'ultimo, Elena Priuli, donna di grande cultura ed eleganza.
La proprietà Venier è confermata dall'arma nobile sul liagò ligneo prospicente il ponte ed è uno dei motivi della grande importanza che ha il casino arrivato in ottimo stato di conservazione ai tempi nostri, il casino Venier è infatti l'unico sopravvissuto di proprietà di una delle più prestigiose ed antiche famiglie del patriziato veneziano.
Costruito intorno al 1750, e considerato nel '700 uno dei più prestigiosi casini da conversazione di Venezia, era assiduamente frequentato dalla nobiltà dell'epoca e da molti personaggi della cultura veneziana ed europea, qualcuno mormora anche che, grazie alla vicinanza ai palazzi del potere di San Marco, fosse anche il rifugio del Procuratore Venier che, smessi gli abiti ufficiali, intratteneva gli amici con cibo e buon vino in memorabili cene.
Casino Venier, riservatezza innanzitutto!
La selezione di chi aveva accesso ai casini era molto attenta, un po' perché spesso vi si giocava d'azzardo, contravvenendo alle severe leggi della Repubblica, oppure perché nelle lussuose stanze si intrattenevano convegni amorosi con giovani amanti e il casino Venier non faceva certo eccezione.
Il rudimentale, ma efficace, sistema di riconoscimento delle persone che bussavano alla porta era costituito da uno spioncino posto perpendicolarmente alla porta sul soffitto del portego e, tramite la rimozione di una piccola piastrella sul pavimento del corpo centrale, si poteva agevolmente vedere chi chiedeva di essere ammesso.
Il sistema è tutt'oggi visibile e dà la percezione di quanto i casini veneziani fossero luoghi esclusivi e difficilmente accessibili.
Casino Venier, l'architettura
Oltrepassato il portoncino e salita la breve rampa di scale il piccolo appartamento mostra subito, ricalcando la disposizione delle Ca' veneziane, la sua opulenza con il corpo centrale affrescato, ricco di stucchi e specchi, con le classiche finestre piombate che danno accesso ad un romantico balconcino che dà sul rio dei Bareteri, sulla destra e sulla sinistra le porte di accesso agli splendidi salottini ognuno dei quali munito di camino e finemente decorato.
Gli affreschi con motivi allegorici e floreali hanno subito solo restauri conservativi e godono di ottima salute, è infatti sorprendente scoprire come questo testimone del secolo dei lumi a Venezia sia giunto a noi in condizioni quasi perfette.
Dando le spalle alle finestre del corpo centrale davanti a noi è impossibile non notare due grate poste nella parte alta della parete che servivano a diffondere la musica perché direttamente collegate a due piccole stanze dove venivano ospitati i suonatori, una sorta di stereofonia ante litteram che testimonia ulteriormente la raffinatezza dei convegni che qui si tenevano.
Il pavimento è un'elegante combinazione di marmi policromi con motivi geometrici che tenta di rendere un senso di tridimensionalità.
Ognuno dei piccoli salottini laterali è una vera e propria opera d'arte, con soffitti affrescati e le pareti decorate a rilievo, gli specchi al mercurio, originali, troneggiano ancora in cima ai caminetti e le porte, in palissandro orientale, sono autentiche opere d'arte di finissima ebanisteria con inserti di pregevolissima fattura e maniglie in bronzo.
Un salto nel passato
Entrare al casino Venier è un po' come essere, letteralmente, scaraventati indietro nel tempo in quello che fu il secolo più ricco, libertino e godereccio della Repubblica Serenissima, il suo ottimo stato di conservazione ci dà la perfetta percezione della ricchezza e dell'esclusività dei casini veneziani del '700.
Oggi i locali del casino sono occupati da un'associazione culturale, L'Alliance Française e recentemente l'Accademia Giacomo Casanova ha allestito una piccola mostra per ricordare il celebre libertino veneziano che con il casino Venier ha condiviso una delle epoche più belle e controverse della città lagunare