La Chiesa di Santa Maria Assunta, detta Santa Maria Nova, raffigurata a destra nel dipinto del Bellotto (a sinistra Santa Maria dei Miracoli), è stata sconsacrata da Napoleone, adibita prima a magazzino e poi demolita.
La Chiesa di Santa Maria Assunta, detta Santa Maria Nova, a Venezia
La chiesa, dedicata a Santa Maria Assunta, fu fondata nel 971, come attestano le fonti storiche. Nel XIII secolo, venne intitolata a Santa Maria Nova. Nella celebre veduta di Jacopo de' Barbari, la struttura appare contigua a Santa Maria dei Miracoli e strutturata in tre navate.
Nella stessa veduta, vicino all'abside, il campanile, crollato nel 1498, era in fase di ricostruzione senza ancora la cella campanaria.
Crollo del 1535
La solidità dell'edificio originale non doveva essere notevole, dato che un crollo improvviso nel 1535 ne impose una completa ricostruzione. L'attribuzione del nuovo assetto a Jacopo Sansovino, menzionata in seguito, risulta inattendibile; infatti, suo figlio Francesco, nella sua opera "Venetia Nobilissima", descrive la chiesa "restaurata ne' tempi nostri, e riccamente abbellita di ornamenti nobili", senza però menzionare il contributo paterno.
La facciata incompiuta
L'edificio ricostruito presentava sette altari e abbiamo notizie di ulteriori restauri all'inizio del Seicento dell'altare maggiore. La facciata, forse incompiuta, fu progettata da Giovanni Vettori nel 1760, noto per il restauro di edifici presso Sant'Andrea della Certosa.
L'arrivo di Napoleone
Con l'arrivo dei francesi la Chiesa fu chiusa e successivamente, nel 1808, fu adattata a magazzino, causando la dispersione degli arredi.
L'altare maggiore e il tabernacolo furono donati a Spresiano; il battistero fu destinato a Treviso; la pala musiva di Zuccato fu trasferita al Museo di San Marco; un dipinto fu assegnato alla Casa di Correzione della Giudecca, mentre alcuni elementi architettonici arricchirono la facciata della chiesetta di San Teodoro, annessa al Palazzo Ducale.
Demolizione della Chiesa
Nel 1839, il campanile fu demolito, e nel 1852 la chiesa stessa subì la stessa sorte, lasciando il Campo di Santa Maria Nova privo di qualsiasi traccia dell'edificio, così come lo conosciamo oggi.
Della chiesa esistono alcuni disegni di Antonio Visentini, che sembrano tratti dal vero che mostrano un'attenzione particolare riservata agli edifici considerati di maggiore importanza. Le sezioni richiamano l'influenza dell'insegnamento di Mauro Codussi, con l'uso di pilastri quadrati su alti plinti, tipici del maestro e di Giorgio Spavento.
La copertura della navata centrale con una volta a botte continua rappresenta una soluzione architettonica non comune, che manteneva una luce serena all'interno grazie alle grandi finestre termali e agli oculi rotondi aperti nelle pareti laterali.
Disegno della facciata
Il disegno della facciata, l'unica testimonianza visiva rimastaci, mostra alcune discrepanze con la sezione trasversale, forse per la scarsa precisione del disegnatore o per modifiche introdotte durante i lavori contemporanei ai rilievi. Ad esempio, c'è una discordanza nel modo di rappresentare le finestre. L'architetto Vettori, progettando la facciata nel 1760, non poteva richiamarsi ai modi quattrocenteschi dell'interno ma proponeva un prospetto moderno, simile a quelli di Giorgio Massari, noto per mescolare motivi culturali di epoche diverse.