La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli, a Venezia.
Storia, caratteristiche architettoniche, sculture e dipinti nella Chiesa dei Miracoli, a Venezia.
Foto di Francesco Bianco. Testi di Michele Pellizzari.
La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
La chiesa si affaccia sul campo dei miracoli, un luogo silenzioso e poco frequentato. La chiesa è un gioiello architettonico, un piccolo scrigno di marmo. Il primo esempio, a Venezia, di architettura rinascimentale.
È considerata il capolavoro di Pietro Lombardo.
Una chiesa unica a Venezia
Questo edificio fu costruito in un momento storico in cui la tradizione gotica era ben radicata. Piccola ma costruita utilizzando marmi preziosi (che non si trovano in altre chiese di Venezia) è stata definita un "piccolo scrigno" ("a jewel box") da Ezra Pound.
Anche John Ruskin, lo scrittore e critico d'arte e architettura, innamorato di Venezia e a cui non piaceva affatto lo stile rinascimentale fa un eccezione per la Chiesa dei Miracoli e la descrive come:
l'esempio più interessante e finito di Rinascimento bizantino a Venezia e uno dei più importanti in Italia dello stile cinquecentesco"
Frate Felice Fabri di Ulma la vide al ritorno dalla Terra Santa, dove aveva ammirato molte splendide opere. La chiesa non era ancora ultimata, siamo nel 1484, ma era già:
di tale magnificenza che a vedersi è qualcosa di meraviglioso. Nessun principe in Germania potrebbe permettersi una tale costruzione.
Il Sabellico, alla stessa epoca, la trovava:
Un'opera magnifica che, ad eccezione della Chiesa d'oro (San Marco) supera tutte per fattura, costo dei materiali e bellezza
Attraverso i secoli si sono accumulato le lodi per la squisitezza dell'esecuzione e la preziosità dei marmi di questa piccola ma deliziosa Chiesa veneziana.
La costruzione della Chiesa dei Miracoli
La costruzione richiese 8 anni, dal 1481 al 1489.
Nel gennaio del 1481 giunse il permesso dal Papa Sisto IV a costruire e a Febbraio il patriarca pose la prima pietra. Il Papa specificò che la chiesa doveva essere dedicata all'Immacolata Concezione.
Papa Sisto era un francescano e francescane furono le suore prescelte per Santa Maria dei Miracoli: 12 suore Clarisse povere provenienti da Santa Chiara di Murano che dovevano vegliare sul prezioso dipinto e venerarlo.
Le suore "velate di nero fino ai piedi" arrivarono in gondola fino al nuovo convento e ascoltarono la prima messa nella nuova chiesa alla mezzanotte dell'ultimo dell'anno del 1489.
Una curiosità: la Chiesa di Santa Maria dei Miracoli è una delle pochissime chiese di Venezia ad avere tutti e quattro i lati "liberi". Inoltre, fino a quel momento, nessun altra chiesa era completamente ricoperta di marmo ad eccezione di San Marco, dove gradualmente erano stati aggiunti dei rivestimenti in marmo e mosaici.
Edificata su base rettangolare la facciata si affaccia su un piccolo campo, mentre il lato sinistro sembra sorgere dal canale, dal Rio dei Miracoli.
La facciata è divisa in due ordini, stranamente invertiti rispetto alla tradizione vitruviana: i pilastri dell'ordine inferiore presentano capitelli corinzi mentre quelli superiori sono ionici.
L'ampio frontone semicircolare è decorato con due splendidi rosoni in marmo e porfido rosso e presenta tre fotometrie laterali ed un grande finestrone centrale.
Sulla facciata svettano Dio Padre, al centro, e due Angeli. Sulla lunetta al di sopra del portale è collocata una Madonna con Putto.
Sopra al delizioso portale, protetta da un arco semicircolare, una scultura di Giovanni Lascaris datata 1480: "Madonna col Bambino".
La Chiesa di Pietro Lombardo
Una delle particolarità di della Chiesa dei Miracoli è che la dobbiamo ad un unico artista, Pietro Lombardo, che ne ha seguito la progettazione e l'esecuzione, con la sua bottega.
Molto piccola, rispetto ad altre chiese giganti, è impreziosita da marmi colorati, sculture, rilievi di eccezionale fattura che tornano ogni angolo.
Una Chiesa tutta in marmo
La Chiesa è costruita a filo del canale tanto che il muro della chiesa fa anche da sponda del canale. Tutte le superfici esterne sono ricoperte da marmi policromi secondo un disegno geometrico raffinato a riquadri, fasce, dischi, ottagoni, croci.
Lo zoccolo in pietra calcarea, che forma una base continua, percorre interamente il muro della chiesa ad un livello un po' superiore a quello a cui sono pavimentati il campo e la strada e innalzandosi forma un piedistallo tutto interno all'edificio.
I pilastri incorniciano alti rettangoli nella proporzione di due a tre. Il marmo originale caramello chiaro screziato di grigio tenue, ora opaco, un tempo deve essere apparso tanto chiaro e luminoso da essere abbagliante.
I capitelli dei pilastri hanno la tipica forma a foglie singole di acanto che si arrotolano sotto virgulti convoluti sormontati dal sottile abaco inarcato.
I tre ingressi alla Chiesa dei Miracoli sono dei trionfi di decorazione lombardesca: fiori, baccelli di pisello e uccelli
Ma anche gli interni sono meraviglios: la grande navata, larga quasi 12 metri, è anch'essa rivestita in marmo, grigio pallido e grigio scuro, intercalato da bande rosso oro. Seguono un fregio ed una cornice bassa, più strati di marmo venato di giallo e grigio tortora, divisi da striscia di grigio più fondo e sopra un'altra trabeazione scolpita, anche questa tenuta adeguatamente vicino al muro.
La volta in legno dipinto e dorato commissionata nel 1485, più che una volta è un soffitto curvo con una combinazione di cornici che sporgono e pannelli che rientrano a forma di quarto di cerchio, oblunghi e quadrati. I riquadri incorniciano figure di profeti.
I pavimenti della Chiesa di Santa Maria dei Miracoli
Il pavimento rinascimentale, opera della bottega dei Lombardo, si può datare negli ultimi decenni del Quattrocento. Il pavimento della navata è con tutta probabilità opera dello stesso Pietro che ha seguito l'intera costruzione e databile 1480. I materiali lapidei che lo costituiscono sono sia marmi antichi di riuso, sia di recente introduzione a Venezia come la breccia di Arbe che è stata utilizzata per i riquadri della navata.
Il pavimento del coro, di fronte all'altare, mantiene intatto il disegno originale anche se ci sono state, qui, molte più sostituzioni rispetto a quello della navata. Ammirevoli le lastre di Pavonazzetto Toscano, marmo che riveste quasi completamente la chiesa sia all'interno che all'esterno.
Perché la Chiesa si chiama: "dei miracoli"?
I miracoli a cui si deve il nome della Chiesa sono quelli operati da una tavola dipinta che raffigura proprio una Madonna con in braccio un bambino che è posta al centro della Chiesa.
A questo dipinto sono stati attribuiti diversi miracoli e tanta fu la devozione popolare che si volle dedicargli una chiesa.
Si dice che questa immagine sia stata dipinta dal maestro Nicolò di Pietro o di Paradiso e che fosse tenuta in una nicchia di una vecchia casa della parrocchia di Santa Marina.
Gli abitanti dei dintorni ponevano in continuazione fiori e lampade votive di fronte all'immagine che ritenevano miracolosa.
La fama dei miracoli si accrebbe così rapidamente che parecchie famiglie del luogo volevano appropriarsi della Madonna ed ospitarla più dignitosamente.
Nel 1480 la devozione era aumentata a tal punto che l'immagine della Madonna dei Miracoli:
"la qual era alla porta de Corte Nuovo, all'opposto della casa di Amai, in la cale streta, e per el concorso della gente è stà necessario levar la imagine e portarla in corte da Cha Amai et è stà fatto de grandissime offerte de cere, statue, danari e arzenti tanto che se ha trovà intorno quattrocento ducati al mese. E in processo de tempo è stà assunà trentamila ducati d'elemosina e con essi è stà comprà la corte nuova" (Malipiero - scritto nel 1457-1500).
Nello stesso anno si tenne un concorso per una nuova costruzione e fu scelto all'unanimità il modello e poi fu incaricato Pietro Lombardo di "eseguire il modello".
Purtroppo non esiste documento alcuno sull'autore del modello, per cui non sappiamo se fu lui o meno l'autore. Per cui l'attribuzione al Lombardo dell'idea progettuale non è sicura, anche se sicuramente suoi sono i dettagli ed i particolari che rendono meraviglioso questo edificio.
Chiesa dei Miracoli, il soffitto
Foto di Francesco Bianco - Portogruaro
Chiesa di Santa Maria dei Miracoli dopo Napoleone
Insieme a molte altre Chiese veneziane anche Santa Maria dei Miracoli venne chiusa al culto nel 1810, con l'arrivo, per la seconda volta, dei francesi. Le monache furono scacciate dal vicino convento. I veneziani amavano a tal punto la Chiesa che riuscirono a farla riaprire alla fine dello stesso anno.
Le ante dell'organo arricchite da un'Annunciazione di Giovanni Bellini, dopo che l'organo venne rimosso, furono spostate alle appena nate Gallerie dell'Accademia, dove si trovano tuttora.
Le ali del trittico della Madonna scomparvero ed anche i due pannelli marmorei rappresentanti alcuni giovani furono tolti dalla chiesa e si trovano oggi al Museo Archeologico di Venezia.
I restauri della Chiesa dei Miracoli
Nel 1865 venne abbattuto il ponte che collegava il convento alla chiesa: era usato dalle suore di clausura per raggiungere la parte della chiesa a loro riservata. Ma nello stesso anno gli austriaci iniziarono il restauro dell'edificio che prosegui con l'annessione all'Italia fino al 1873 quando si esaurirono i fondi. L'esterno della chiesa era stato restaurato così come buona parte dell'interno.
Nel 1883 ripresero i lavori che terminarono nel 1887. I restauratori tolsero i successivi interventi barocchi che avevano "falsato" la purezza dello stile della chiesa.
Vaste superfici di marmo vennero sostituite.
Il convento nel frattempo era stato convertito in normali residenze.
La Chiesa dei Miracoli oggi
La chiesa è stata danneggiata dalle infiltrazioni causate dall'alluvione del 1966 che, dopo qualche mese, ha iniziato a trasudare dalle pareti rivestite in marmo asportando il carbonato di calcio dall'intonaco e dalle lastre in marmo. Le lastre sono ingiallite in diversi punti e il marmo si presenta sfaldato in altri.
Anche le sculture hanno sofferto il tempo e si sono sgretolate irreparabilmente.
La Chiesa, tuttavia, rimane una delle più incantevoli della città, è amata dai veneziani ed utilizzata per celebrare matrimoni, anche per la bellezza di poter approdare con la gondola dal canale che la sfiora.