San Simeon Piccolo, Venezia: architettura e pavimenti

La Chiesa di San Simeon Piccolo a Venezia

Chiesa di San Simeon Piccolo

La Chiesa dedicata ai Santi Simeone e Giuda fa parte della scenografia che per prima appare al turista che esce dalla stazione dei treni di Venezia Santa Lucia.

Viene comunemente detta "San Simeon Piccolo" per distinguerla dalla vicina chiesa di San Simeon Grando, dedicata ad un altro Simeone, profeta. 

Si sa, i Veneziani amano dare nomignoli e soprannomi a persone, edifici, ponti ed anche alle Chiese.  

I nomi strani delle chiese a Venezia

 
Simeon Piccolo e Simeon Grando

In questo caso non è chiaro se "piccolo" e "grando" siano riferiti alle dimensioni delle chiese o alla fama  dei due Simeone, uno profeta (Grando) e l'altro apostolo (Piccolo).

Ma è probabile che la chiesa dedicata all'apostolo, che un un tempo era più piccola rispetto all'altra, le avesse fatto meritare l'appellativo "San Simeon piccolo".

Il soprannome è rimasto anche dopo che la chiesa, nel 1700, è stata completamente ristrutturata ed allargata per darle l'immagine attuale, divenendo più grande di quella di San Simeon Grando.

 

La chiesa antica

L'antica fabbrica sorgeva all'altezza dell'attuale, occupando un'area prospiciente il tratto superiore del Canal Grande che sbocca, dopo una ulteriore ansa, nella laguna settentrionale. La fondazione della chiesa sembra risalire al X secolo, mentre le prime notizie certe non compaiono che nella seconda metà del secolo successivo.

Pressoché inesistente è la documentazione sugli interventi che certamente l'edificio subi nel corso del tempo; si può tuttavia pensare che nel 1718, anno della sua totale demolizione, l'edificio dovesse presumibilmente mantenere la configurazione che aveva nel XV secolo.

Urbanisticamente essa risultava arretrata rispetto alla riva del canale, a cui volgeva il fianco sinistro, e formava con le case adiacenti un ampio spazio a campo, aperto sul Canal Grande, in continuità di percorso con la fondamenta che già da allora esisteva. La chiesa era di modestissime proporzioni, coperta da un tetto a due falde e affiancata dal campanile di semplice e più antica fattura.

 

Chiesa di San Simeon Piccolo a Venezia
La Chiesa di San Simeon Piccolo com'era nel 1500 nella veduta del De Barbaro
L'area della Chiesa

Come si vede dalla immagine tratta dalla veduta del De Barbaro, dietro la chiesa si aprivano vasti giardini e ampi spazi aperti usati come stenditoi e asciugatoi dei panni di lana o del filato tinteggiato, posti in lunghe file su cavalletti in legno fissati al suolo in serie parallele.
A testimonianza di questa attività resta, nei pressi di San Simeon Piccolo, il "campo della Lana", artificiosamente trasformato in larga strada da costruzioni moderne di tipo popolare estranee al tessuto urbano veneziano. Nella zona abitava e lavorava una comunità di lanaiuoli di origine tedesca, e vi sorgeva tra l'altro un piccolo ospizio per tessitori.

 

La ricostruzione della Chiesa

La ricostruzione della Chiesa di San Simeon Piccolo fu affidata nel 1718 all'architetto Giovanni Scalfarotto, fino ad allora attivo soprattutto come tecnico piuttosto che come progettista.

Tanto più insolito risulta questo suo inserimento nella storia dell'architettura veneziana ove si pensi che in quel periodo dominavano la scena artistica personalità quali il Massari e Giorgio Tirali.

La chiesa di San Simeon Piccolo doveva rimanere l'unica opera di impegno realizzata dallo Scalfarotto, che si dedicò fino alla morte in tardissima età, ad un'attività anonima. I lavori della chiesa si protrassero per vent'anni, fino al 1738. Nella pianta dell'Ughi, pubblicata nel 1729, l'edificio della chiesa appare già chiaramente delineato anche con la gradinata d'ingresso. Si può quindi pensare che nei dieci anni successivi si sia operato per lo più all'interno con lavori di rifinitura e di arredo.

 

Lo stile della Chiesa

Ritroviamo in questo edificio motivi di ispirazione che si rifanno ad opere precedenti, in particolare alla chiesa della Salute del Longhena, per la preminenza volumetrica della cupola e per lo schema planimetrico centrale e alla chiesa dei Tolentini del Tirali per il pronao a scalinata.
Inoltre alcune soluzioni strutturali e volumetriche interne richiamano alla mente motivi palladiani.
La forma della Chiesa si ispira anche al Pantheon ed, assieme alla Salute e alla Chiesa di Maria Maddalena, è una delle tre chiese rotonde di Venezia. 

Malgrado la presenza di così diversi elementi appartenenti ad un passato più o meno recente, la chiesa nel suo insieme propone un modello sufficientemente unitario e coerente e costituisce un esempio di costruzione in anticipo sui tempi, secondo un gusto che si svilupperà più tardi con la corrente neoclassica. 

L'edificio è a pianta circolare e poggia su un alto stilobate che ne aumenta la verticalità. Il piano del pavimento risulta quindi fortemente rialzato rispetto alla quota stradale alla quale viene raccordato dalla scalinata di accesso al pronao. Quest'ultimo di notevole profondita, è definito da colonne corinzie e da pilastri agli angoli ed è concluso da un frontone triangolare decorato da un rilievo marmoreo raffigurante il « Martirio dei Santi Simeone e Giuda », opera di Francesco Penso detto Cabianca.

L'aula centrale è scandita da una serie di pilastri e colonne corinzie tra i quali si inseriscono quattro altari simmetrici e due pergami che si fronteggiano. Posteriormente si apre il presbiterio a esedre semicircolari con l'altar maggiore isolato al centro, sormontato da una piccola cupola e affiancato dal campaniletto, Lateralmente a destra si accede alla sagrestia. 

L'intera costruzione è dominata dall'altissima cupola rivestita di lastre di rame e conclusa da una lanterna cilindrica a finestrati suddivisi da colonnine.L'altezza della cupola e il suo colore verde costi tuiscono la nota dominante del paesaggio urbano della zona.

 

 

Critiche alla Chiesa

Lo stile della Chiesa fu fortemente criticato da John Ruskin che la definì, senza mezzi termini:

una delle chiese più brutte a Venezia o altrove. La cupola nera, come un insolito genere di gasometro, suscita l'ammirazione dei moderni architetti"

Quando scrive Ruskin la cupola, rivestita in piombo, era divenuta nera, ma nel 1870 venne rivestita in rame ed ha assunto il colore verde che si vede oggi. 

Attualmente la chiesa è chiusa al culto, dopo essere diventata succursale di San Simeon Grande nel 1810 con decreto napoleonico. 

La costruzione della Chiesa

Più che di ristrutturazione si dovrebbe parlare di completa ricostruzione dato che l'architetto Scalfarotto ne stravolse l'architettura in base adattandola allo stile neoclassico in voga nel 1700.

L'architetto si è chiaramente ispirato al Pantheon disegnando un grande pronao al quale si accede da un scenografico scalone. Dietro al frontone triangolare sostenuto da 4 colonne giganti si innalza la cupola in rame con, in cima, una lanterna sulla quale si trova la statua del redentore. 

All'interno vi sono 4 altari simmetrici mentre il presbiterio, rialzato di tre gradini, è coperto da una cupoletta. Il decoro interno è davvero povero: il pavimento è in lastroni di pietra di grandi dimensioni, gli altari ed i dipinti sono di autori minori. 

I pavimenti dell'interno e degli altari

La Cripta di San Simeon Piccolo

La Chiesa di San Simeon Piccolo è conosciuta anche per la suggestiva cripta completamente affrescata che, purtroppo, versa in difficili condizioni a causa dell'ambiente veneziano e che necessiterebbe di un intervento conservativo. 

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