Stazione di Venezia Santa Lucia
Foto della stazione di Venezia Santa Lucia
La stazione ferroviaria e la chiesa di Santa Maria di Nazareth ed il ponte Neville in ghisa, demolito nel 1933 quando fu edificato il ponte degli scalzi.
Storia della stazione di Venezia Santa Lucia
Il ponte ferroviario
La storia della stazione di Santa Lucia a Venezia risale ai primi decenni del secolo XlX. Già nel 1823 l’ingegnere Luigi Casarin aveva proposto il collegamento tra Venezia e la terraferma tramite una strada carrozzabile, mediante l’interramento di una fascia di laguna.
Le ipotesi sulla posizione della stazione
A questo questo progetto ne seguirono altri, quello di Giuseppe Picotti prevedeva addirittura che il terminal delle carrozze fosse costruito presso la scuola Grande della Misericordia, poco lontano dal centro della città.
La costruzione del ponte
Ma solo nel 1842 ebbero inizio i lavori per la costruzione della ferrovia. È l’imperatore Austro-Ungarico a promuovere la costruzione del ponte ferroviario Venezia-Mestre, eseguito tra il 1842 e il 1846, inserendola nel più ampio progetto di completamento di quella che sarebbe diventata la principale linea ferroviaria del Nord Italia ( Venezia-Milano).
L’11 gennaio 1846 il ponte, che collegava Venezia alla terraferma, fu inaugurato da un treno imbandierato e adornato di fiori. Ospite d’onore nel viaggi di inaugurazione fu il famoso Maresciallo Radetzky.
Altra curiosità, il ponte poggiato si duecentoventidue archi, conteneva al suo interno quarantotto camerette colme di polvere pirica, nel caso fosse necessario farlo saltare per difendere la città.
Serve spazio per la stazione
Purtroppo, l’ingegnere Tommaso Meduna, anziché pensare ad un interramento di parte della laguna per ricavare lo spazio dove costruire la stazione, preferì far abbattere il monastero e la chiesa di Santa Lucia ( da cui prese il nome la stazione ), la scuola dei Nobili, la piccola chiesa del Corpus Domini, i palazzi Bragadin, Priuli della Nave, Lion, Barzizza.
Le conseguenze
La costruzione della ferrovia e della stazione comportò uno spostamento del baricentro economico e anche turistico della città, con il conseguente decadimento funzionale di tutta l’area attorno al bacino San Marco. Per secoli i turisti e le merci erano arrivate via mare e l’accesso principale era stato l’area Marciana. Tutti coloro che arrivavano dalla terraferma si imbarcavano a Mestre o Fusina e, dopo un lungo viaggio, sbarcavano direttamente in Piazzetta.
Come accade sempre in una città millenaria come Venezia, ci fu chi era entusiasta di essere finalmente collegato alla terraferma, chi, invece, si lamentò e vide con rassegnazione la fine di quell’isolamento, che per secoli era anche stato la difesa principale di Venezia. D’altra parte già da molto tempo la città non era più la dominatrice dei mari e gli interessi economici si erano spostati, per necessità contingenti, verso il continente.
L'attuale edificio
Immediatamente prima la chiesa degli Scalzi, leggermente arretrato rispetto alla riva, in modo da lasciare spazio ad un grande piazzale, sorge il modernissimo e basso edificio della stazione ferroviaria di Santa Lucia, ricostruito negli anni 1952-55 su progetto di Paolo Perilli e dell'Ufficio tecnico delle Ferrovie dello Stato, in stile razionalista. Questo è forse l'unico edificio autenticamente moderno che si affaccia sul Canal Grande.
Questo intervento, che seguì un concorso di idee bandito quasi venti anni prima (1934) e rimasto senza esito, portò a compimento il progetto, iniziato oltre cento anni prima, nel 1841 con la costruzione del ponte ferroviario che unisce la città alla terraterma, di riconversione dei flussi di accesso a Venezia e della mobilità interna, che da quel momento avrebbe privilegiato la pedonalità a scapito del trasporto via acqua.
La statua e la lapide
Ai piedi della maestosa scalinata di accesso, a sinistra, insiste una fontanella con una statua bronzea dell'Immacolata, realizzazione dello scultore Francesco Scarpa Bolla del 1959. La statua, assieme alla lapide posta sul pavimento, testimoniano la presenza della distrutta chiesa di Santa Lucia.
Un progetto alternativo