Fondaco dei Tedeschi, Venezia

Nel 1500 fondaco per i commercianti di lingua tedesca, recentemente ristrutturato, è ora un centro commerciale di lusso

Fondaco dei Tedeschi a Venezia

Fondaco dei Tedeschi, Venezia

Già esistente all'inizio del XIII secolo, il Fondaco fu residenza e deposito per i mercati tedeschi già dal 1222-25. L'edificio esistente allora fu ricostruito dopo un incendio nel 1505-1508 ad opera di Giorgio Spavento e dello Scarpagnino
La facciata si rifà alla tradizione veneto bizantina con portico centrale e torri laterali, livellate poi all'inizio dell'Ottocento. 

I tedeschi a Venezia

I rapporti economici tra Europa Centrale e Venezia risalgono perlomeno al IX secolo, epoca in cui la corte imperiale acquistava le pregiate merci orientali che i Veneziani portavano all'emporio di Pavia. 
Nel XII secolo si hanno notizie certe di presenza di mercanti tedeschi a Venezia e, datati all'inizio del duecento, ci sono contratti e documenti riguardanti gli affari che essi fanno a Venezia. 

Il governo di Venezia ed il fondaco dei Tedeschi

Fu proprio per regolamentare i crescenti traffici che avevano luogo con i paesi di lingua tedesca che il governo decise di istituire un Fondaco destinato ad ospitare i mercanti germanici modellandolo sull'esempio dei Funduq islamici che i Veneziani vedevano in oriente. Lo scopo della nuova istituzione era quello di facilitare ma anche di controllare, i commerci tra Oriente ed Occidente, riservando ai veneziani il ruolo di intermediari tra le due aree geografiche. 

I mercanti provenienti dalla Germania, dall'Ungheria, Dalla Boemia, dalla Polonia e da altre aree gravitanti attorno all'Impero (tutti genericamente definiti "alemanni" o "teutonici") furono da allora in poi obbligati a risiedere nel Fondaco e svolgervi le loro operazioni sotto l'occhio vigile dello stato veneziano, interessato a riscuotere i dazi su tutte le transazioni. 

La nascita del fondaco 

Il primo Fondaco dei Tedeschi fu edificati tra il 1222 ed il 1225 quando il governo veneziano acquistò un terreno della famiglia Zusto per erigervi il nuovo stabile. L'edificio originario, di cui sappiamo ben poco, era posto al lato opposto del Canal Grande rispetto al mercato di Rialto, nella contrada di San Bartolomeo, dove già risiedeva un buon numero di mercanti tedeschi.

Il governo veneziano nominava, dal 1268, tre "visdomini al Fondaco dei Tedeschi" che avevano il compito di sovrintendere al buon andamento delle contrattazioni e della vita del Fondaco e controllare la riscossione dei dazi su tutte le merci in entrata e uscita.

Un'altra funzione essenziale era quella dei "sensali", che dovevano avere dimestichezza con la lingua tedesca. Nel 1266 erano 20, nel 1314 il loro numero fu portato a trenta. 
Ad ogni sensale era affidato un mercante che doveva seguire, consigliare e controllare durante tutta la sua permanenza in città.

Distrutto da un incendio nel 1318 fu subito ricostruito su due piani e con due cortili interni, tutto circondato da mura coronate di merlatura e con portoni che venivano chiusi al tramonto. Il piano terra era destinato ai magazzini  e agli uffici, i piani superiori, dotati di 56 stanze, servivano come alloggio per i mercanti tedeschi. 

Tra il XIV ed il XV secolo l'edificio andò soggetto a vari rifacimenti ed ampliamenti, per potervi ospitare il numero crescente di mercanti tedeschi che risiedeva in città, fino a raggiungere le proporzioni riprodotte da Jacopo de Barbari nella sua litografia del 1500 della città lagunare e che anche Carpaccio riproduce nel suo quadro "il miracolo della reliquia della croce al ponte di Rialto".

L'aspetto del Fondaco nel XVI secolo

Notevole ed inconsueta nell'architettura Veneziana è la planimetria impostata attorno ad un cortile quadrato sul quale si affacciano tre piani di logge. Ha subito diverse ristrutturazioni interne nell'Ottocento ed anche nel 1937 quando il cortile venne chiuso con un lucernario, ed infine con la recente ristrutturazione che l'ha trasformato in un grande centro commerciale di lusso. 

 

Fondaco dei Tedeschi
Il fondaco dei Tedeschi all'inizio del 1900

Il grande emporio dei mercanti di lingua tedesca consentiva tenere in deposito le merci provenienti dal nord europa per poterle vendere ma anche di stoccare merci di provenienza orientale destinati ai mercati del nord. Il portico sul canale, che immette nella vasta corte interna, fungeva da accesso per le merci che venivano scaricate e caricate sulle navi.  

 

"Il fondaco dei todeschi va a fuoco!"

Marin Sanudo registra l'incendio del Fontego dei Todeschi nel 1505, nella notte tra il 27 ed il 28 Gennaio, quando, scrive "si brusò tutto" anche sei mercanti riuscirono, fortunatamente, a mettere al riparo le merci in esso contenute. Gli arsenalotti riescono ad evitare che il fuoco si propaghi ma il Fontego è perso. 

Viene incaricato un architetto tedesco, Mastro Gerolamo, pre la ricostruzione del Fontego, che doveva essere ricostruito "presto e bellissimo". Nel 1508 venne completato con le forme che ancora oggi vediamo, ed inaugurato con solenne cerimonia, mentre continuano le operazioni d decorazione delle pareti esterne da parte di Giorgione e Tiziano. 

Dopo qualche anno le pareti esterne erano completamente affrescate con una serie di nudi allegorici opera di Giorgione e di Tiziano.
Alcuni frammenti di quelli che dovevano essere dei magnifici affreschi sono conservati nel museo di Ca' D'Oro.

Il fondaco, come sarà poi il Ghetto ebraico, è sorvegliato, isolato dal resto della città con dei portoni che devono essere chiusi al tramonto ed i mercanti tedeschi hanno l'obbligo di pernottarvi all'interno, rinserrati fino al mattino successivo. 

Non si tratta di una stranezza, bensì di una cosa normale sia a Venezia che in altre città multietniche: a Costantinopoli, ad Alessandria e ad Acri sono i cristiani ad essere costretti ad abitare in quartieri isolati e sorvegliati. 

Le merci del fondaco dei Tedeschi

Se le merci che partivano da Venezia alla volta di Germania ed Austria le possiamo ben immaginare (tessuti, spezie, oreficeria, vetri di murano etc) che cosa venivano a commerciare a Venezia i mercanti tedeschi?

Attraverso il Fondaco dei Tedeschi erano importati a Venezia soprattutto i metalli pregiati estratti nell'Europa centrale: "ori, argenti, rami e altre robe dalle lor terre", scrive Francesco Sansovino. 
Ma un ruolo fondamentale avevano anche i metalli meno nobili quali il rame, lo stagno, il piombo, infero ed i prodotti della metallurgia germanica come "agi da pomolo", "azali", bacili, candelabri, chiodi, coltelli, filo di rame e di latta, lucchetti, "latini" e vari oggetti di rame. 

Molti pure i "lavori de legname" e le sostanze chimiche: argento vivo, antimonio e cinabro sono alcuni esempi. 
Infine dall'Europa Centrale arrivavano a Venezia l'ambra, la cera, i cuoi, i pellami, le ricche pellicce di scoiattolo, di ermellino, di zibellino, di martora, di lupo e di volpe bianca.

Come abbiamo detto queste transazioni erano svolte dai mercanti tedeschi sotto il controllo e con l'assistenza di un "sensale" veneziano, un mediatore, insomma. Fare i sensali al Fondaco era fonte di reddito certo ed anche di considerazione sociale. 

Il Fondaco dei Tedeschi: una scuola per banchieri e mercanti

Il Fondaco era anche un luogo dove i mercanti tedeschi mandavano i propri figli "ad imparare il mestiere". Qui i figli delle ricche famiglie di mercanti imparano la partita doppia e la matematica finanziaria che poi divulgano in patria. 

L'edificio era di proprietà della Serenissima, non dei mercanti, che, quindi, pagavano per potervi risiedere. 

La ricostruzione del Fondaco dopo l'incendio

Quando ancora l'edificio sta bruciando, cioè il 29 di Gennaio del 1505 la Serenissima Signoria stanzia i fondi per l'immediata riedificazione. Il Doge Leonardo Loredan vuole dare al più presto una casa per i "conterranei todeschi".

Alla fine si spenderanno 40 mila ducati (lo stipendio mensile di un funzionario pubblico dell'epoca era di circa 3 ducati)

Inaugurazione del nuovo Fondaco dei Tedeschi 

Il 1° Agosto del 1508 si inaugura, con una messa solenne, il nuovo, maestoso, Fontego.
L'edificio ha un piano in più, ventisei magazzini anziché 22 e venti stanze in più (80 in totale) rispetto al precedente. La corte interna è circondata da loggiati. 

Il piano terra è occupato dai magazzini dei mercanti, dai locali di servizio degli scribi, dei facchini, degli imballatori. Su due lati verso terra si aprono anche 22 botteghe.

La Repubblica commissiona anche un ciclo di affreschi da realizzare all'esterno dell'edificio e viene chiamati, a realizzarli, Giorgione che all'epoca è già un pittore affermato. Lo affiancherà un giovanissimo allievo, che diventerà molto più famoso di lui:Tiziano Vecellio. 

frammento affresco tiziano
Frammento di affresco staccato dal Fontego dei Todeschi



Di questi splendidi affreschi, che stupirono il Vasari, rimane pochissimo, purtroppo. Sono andati perduti a causa di secoli di intemperie e sopratutto, in epoca recente, a causa delle mefitiche e ben più dannose esalazioni di porto marghera. Un frammento è conservato alla Ca' D'oro. 

Il giro d'affari del Fondaco dei Tedeschi

Il giro d'affari del Fondaco dei Tedeschi era estremamente importante per Venezia e costituiva una delle fonti più cospicue della floridezza commerciale dello stato lagunare. Nel 1470 un nobile veneziano scrive che in un anno passano attraverso il fontego merci per un milione di ducati d'oro. 

Nel 1499 un viaggiatore tedesco stima che la Repubblica Veneta incassi 100 ducati al giorno solo di dazi per le merci che arrivano qui dal nord europa. 

Nel 1500 vi è un documento che afferma che in un solo mese i Tedeschi del fondaco acquisirono merci nel mercato di Rialto per oltre 140.000 ducati. 

Alla fine della Repubblica il volume di affari del fondaco si aggirava sui 280.000 ducati annui,

 

Fondaco dei Tedeschi a Venezia

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