Chiesa di San Pantalon, a Venezia

Chiesa di San Pantalon a Venezia

La Chiesa, che si affaccia sul campo omonimo, è stata costruita attorno all'anno 1000 ma fu completamente ricostruita tra il 1684 ed il 1704 perché pericolante. Durante la costruzione l'architetto Comin decise di ruotare di 90 gradi la facciata in modo da far affacciare la Chiesa nel campo, come la vediamo oggi. La Chiesa venne consacrata nel 1745.

La Chiesa è dedicata al medico Pantaleone, nato in Nicomedia nella seconda metà del secolo tredicesimo. Questo Santo non ha un culto diffuso, non è ricordato nella "Leggenda Aurea", ma a Venezia ebbe, specialmente per merito della letteratura goldoniana, una notorietà singlare. Al punto che gli venne dedicata questa chiesa, in origine piccola, come la vediamo nell'incisione di Jacopo De Barberi.

Origini e Trasformazioni della Chiesa di San Pantalon

Nemmeno la tradizione si impegna ad indicare l'epoca di fondazione di questa chiesa; essa comunque esisteva già nell'XI secolo come documentano alcune scritture del 1101. Tra l'XI e il XVI secolo, la fabbrica subì continue e sostanziali trasformazioni ed aggiunte ma non perse mai la sua primitiva impostazione basilicale a tre navate. Il 1222 e il 1305 sono riportati come anni durante i quali la chiesa di San Pantalon ebbe rispettivamente una ricostruzione e una consacrazione. La distanza che intercorre tra le due date fa pensare che queste non si riferiscano all'inizio e alla fine di un unico intervento ma che al contrario indichino momenti sostanzialmente diversi della storia architettonica della fabbrica. Un restauro nei primi anni del XIII secolo è abbastanza plausibile nell'edificio che contava a quell'epoca ormai due secoli di vita. Dopo circa settant'anni, quindi, la chiesa dovette essere oggetto di una ulteriore importante trasformazione tanto da essere nuovamente consacrata nel 1305.

Elementi Gotici e Documentazione Antica

Non si possiede alcun riferimento preciso che stabilisca l'entità e la qualità dell'intervento; l'unica immagine antica rimastaci di San Pantalon, che fissa la situazione edilizia alla fine del Quattrocento, ci permette di individuare nella forma poligonale dell'abside centrale elementi architettonici di stile gotico. Affermare tuttavia che questi elementi risalgano proprio al principio del XIV secolo è ipotesi un po' azzardata, considerando che tali particolarità stilistiche si ritrovano non solo all'inizio, ma durante tutto l'arco del Trecento, ed anche nella prima metà del secolo successivo.

Orientamento e Struttura Originale

Ciò che invece appare evidente è il diverso orientamento dell'antica chiesa rispetto a quella attuale. Al canale, oggi rio delle Mosche, volgeva infatti la facciata affiancata sulla destra dal robusto campanile, in posizione di estrema evidenza tra i due spazi, ampio e aperto quello del campo, raccolto e intenzionalmente nascosto quello del sagrato. Il campo di San Pantalon era quindi interessato dal fianco destro della chiesa il cui ingresso fu più tardi sottolineato dalla ricchezza e dall'importanza degli elementi architettonici del portale, che sembra appartenere ad un portico o ad un corpo in aggetto costituente un atrio. In forte scorcio sulla calle adiacente dovevano apparire anche i volumi delle absidi. L'esistenza di un portico sul fianco della chiesa è comprovata da numerosi documenti e da fonti indirette; assai improbabile è invece la descrizione di antichi cronisti che, forse ingannati dalla presenza della lunga struttura del portico, attribuivano a San Pantalon uno schema planimetrico a quattro navate.

La Nuova Chiesa del Seicento

La demolizione di questo complesso fu decisa, sembra per motivi statici, nel Seicento e l'architetto trevigiano Francesco Comino progettò e costruì la nuova chiesa tra il 1668 e il 1686.
Il padre di Francesco era uno scultore, il fratello Giovanni era anche lui architetto.
La pianta ideata dall'architetto è piuttosto siile a quella ideata dallo Scamozzi per i Tolentini.
Fece ruotare di novanta gradi l'asse longitudinale della navata secondo i diversi criteri ambientali che proponevano la facciata prospettante direttamente sul campo.
Tale facciata non fu però mai terminata; essa infatti presenta la nuda struttura in mattoni ad eccezione delle semplici cornici in pietra del portale centrale e delle due porte laterali poste al culmine di una breve gradinata che interessa tutta la larghezza del prospetto.

La facciata mancante

Non si conosce l'intenzione progettuale del Comino per questa facciata che presenta la semplice forma a capanna di altezza accentuata, aperta in alto da un oculo.
Insomma come per altre chiese della città la facciata rimase incompiuta: si fecero le porte, la finestra termale ma il resto rimase grezzo.
Sembra, comunque, che il progetto della facciata esistesse e che il Comin avesse preso a modello la facciata del Redentore del Palladio: un timpano triangolare in alto sostenuto da 4 grandi colonne i cui basamenti sarebbero stati alti come le porte.

Struttura Esterna e Cappelle Laterali

All'esterno, i volumi delle cappelle laterali, molto più bassi della navata centrale, sono completamente celati e inglobati dalle case sorte a ridosso più tardi. I muri trasversali di divisione tra cappella e cappella proseguono con funzione di contrafforte fino alla linea di gronda del tetto del quale seguono in alto la pendenza.

Cappelle e Nuovo Campanile

La seconda cappella laterale destra corrisponderebbe, secondo il Lorenzetti, all'abside della preesistente chiesa duecentesca. Il nuovo campanile, costruzione settecentesca attribuita a Giovanni Scalfarotto, sorge sulla destra appoggiato da una parte al muro d'ambito della navata e dall'altra al corpo della sacrestia alla quale si accede da una porticina di fianco all'arco trionfale del presbiterio. Dalla parte opposta si trova la cappella del Sacro Chiodo, così denominata perché conserva la reliquia, donata alla chiesa dalle suore di Santa Chiara alla soppressione del convento.

La Pittura del Soffitto

Attira soprattutto l'attenzione entrando in questa chiesa l'amplissima composizione pittorica sulla volta del soffitto, realizzata da Antonio Fumiani tra il 1680 e il 1704. Riprendendo i motivi architettonici della chiesa, l'artista ideò una monumentale loggia con arditi scorci prospettici, aperta nella parte centrale sullo sfondo del cielo e la animò di una folla di figure legate ad episodi della vita e del martirio del Santo titolare.

Il pavimento della Chiesa di San Pantalon

Il pavimento della navata è il tradizionale pavimento a scacchi bianco e rosso, mentre è molto interessante il pavimento dell'altare che dovrebbe essere stato realizzato agli inizi del 1700, nelle fasi finali della ricostruzione della Chiesa. 

 

Il pavimento dell'altare
Il pavimento dell'altare della Chiesa di San Pantalon

 

La pavimentazione è stata oggetto di restauro nel 2014 grazie alla felice collaborazione tra artigiani veneziani ed alcuni sponsor. Il pavimento era gravemente degradato in particolare modo a causa dell'utilizzo di gesso, in passato, per chiudere fori e crepe che ha finito per provocare il sollevamento del pavimento in diverse zone.

Ecco il pavimento al termine del restauro:

 

pavimento dopo il restauro


 

 

Chiesa di San Pantalon i Pavimenti dell'altare

Chiesa di San Pantalon, pavimenti della cappella laterale

Il dipinto su tela più grande al mondo

Giovanni Antonio Fumiani, pittore nato nel 1643 e morto nel 1710 è l'autore dell'immenso dipinto "Martirio e Gloria di San Pantaleone".
La tela, la più grande al mondo a soffitto, a cui il Fumiani si dedicò dal 1680 al 1706 è piuttosto un insieme di tele, ben 60, che furono cucite fino a coprire la superficie di 443 metri quadrati. 

L'attenzione alla prospettiva del Fumiani è tale che la realizzazione, ricchissima di figure, scalinate, strutture architettoniche e colonnati, non fanno percepire gli spigoli vivi del soffitto, opportunamente plasmati e morbidamente arrotondati e poi dipinti per cancellarne l'effetto.

La rappresentazione scenica si sviluppa in altezza, elevandosi verso il cielo con spettacolare realismo.

 

 

Il dipinto a soffitto della Chiesa di San Pantalon

Ripresa video dei dettagli del soffitto di San Pantalon

Il video fotografico esamina i dettagli l'immenso dipinto del soffitto della Chiesa di San Pantalon. 

Il crocifisso del 1300 di San Pantalon

Il Crocifisso della Chiesa di San Pantalon, di un ignoto autore trecentesco, è tornato ad essere appeso sopra all'altare della Chiesa nel 2019, dopo oltre 80 anni dalla sua scomparsa. 

Sembra che sia stato venduto illecitamente ad un antiquario nel 1935 dal parroco di allora, probabilmente per pagare qualche spesa di manutenzione della Chiesa. Difficile ricostruire, da quel momento, i passaggi di mano ma sembra che il crocifisso fosse stato prelevato da Hermann Goering, il famoso gerarca nazista che era anche un collezionista d'arte.

Nel 2013 venne individuato a Colonia, in Germania, da un veneziano che comunicò il ritrovamento al comando Carabinieri a Tutela del Patrimonio Culturale.  La casa d'aste Lempertz di Colonia, informata delle origini del Crocifisso accetto di restituirlo gratuitamente alla Chiesa di San Pantalon dove arrivò nel 2016. Dopo un accurato restauro oggi fa bella mostra di sé all'interno della Chiesa.

Purtroppo alcuni restauri meno accurati, avvenuti nei secoli, hanno compromesso definitivamente alcune porzioni del crocifisso. 

A 50 metri dalla Chiesa: Banksy in Campo San Pantalon

Di fronte alla facciata della Chiesa di San Pantalon c'è campo San Pantalon e c'è un ponte che porta a Campo Santa Margherita. Dal ponte è visibile un affresco che è stato rivendicato da Banksy il 24 Maggio 2019 postando due foto dell'opera sul proprio profilo instagram. Si tratta di uno stencil da muro a spray realizzato di notte che rappresenta un bambino, vestito con un giubbetto salvagente che segnala la propria presenza con un segnalatore che emana un colore fucsia mentre ha i piedi immersi nell'acqua. Il messaggio è chiaro: parla di immigrazione e delle piccole vittime del traffico di esseri umani che avviene nel mediterraneo. Ma probabilmente vuole suggerire anche un degrado sociale in quanto realizzata su un edificio fatiscente ed in vendita da anni. L'opera merita di essere vista!

 

A 50 metri dalla Chiesa: Pasticceria Tonolo

Guardando la facciata dalla chiesa, sul lato destro, c'è la calle San Pantalon: percorrila per 50 metri e alla fine, sulla sinistra c'è una delle pasticcerie storiche di Venezia. Qui il caffè viene servito su tazze di porcellana finissima e la crema dei cornetti è spettacolare, così come i dolcetti alle mandorle. Durante il carnevale una tappa qui è obbligatoria per assaggiare le famose frittelle alla crema. 

A 100 metri dalla Chiesa: la Scuola Grande di San Rocco

Percorri calle San Pantalon, che fiancheggia la Chiesa, fino alla fine, poi gira a sinistra in prossimità di pasticceria Tonolo, e poi subito a destra. Ti trovi nella "Calle Fianco de la Scuola", percorrila tutta e, dopo il ponticello, sei arrivato dietro alla Scuola Grande di San Rocco
L'ingresso si trova dalla parte opposta, per cui fiancheggia la Scuola (sia a destra che a sinistra, è lo stesso) e ti troverai davanti ad una meravigliosa facciata rinascimentale. All'interno, al piano primo, rimarrai senza fiato per la ricchezza delle decorazioni: le sculture in legno, il maestoso scalone e, soprattutto per i magnifici dipinti del Tintoretto. 

A 30 metri dalla Chiesa: il medaglione di Campiello Angaran

A pochi passi dalla Chiesa di San Pantalon, trovi campiello Angaran dove puoi vedere, murato sulle pareti esterne di una casa, un medaglione di marmo che rappresenta un imperatore Bizantino (probabilmente Leone VI detto il saggio o il filosofo). 
Sembra che questo medaglione sia stato spedito a Venezia da Lorenzo Tiepolo, generale in Acri contro i genovesi, nel 1256 a testimonianza del suo valore e per contrastare le dicerie di qualche maligno che lo definiva poco adatto alle imprese militari. Il generale l'avrebbe fatto porre, inizialmente, a pavimento nel tragitto tra la casa di uno dei millantatori e la Chiesa in modo che lo stesso fosse costretto ad avercela sotto gli occhi ogni volta che si recava alle funzioni.