Il Rinascimento a Venezia

L'arrivo dello stile rinascimentale a Venezia

Gli scambi culturali tra Venezia e Firenze erano scarsi: nel 1440 tutti i fiorentini erano stati espulsi dal territorio Veneziano ed i due stati erano spesso in guerra. Il rinascimento arrivò comunque a Venezia importato da Milano, Bergamo e dalla zona di Lugano, dal momento che il dominio di Venezia arrivava fino a trenta chilometri da Milano. 
Furono i lavoratori provenienti da quelle remote città del Dominio a portare a Venezia il nuovo stile che fece lentamente svanire il gotico veneziano

Lo stile rinascimentale iniziò ad affiorare qua e là, in porzioni di edifici e diversi stili convissero a lungo, fianco a fianco. Succedeva che lo stile gotico prendesse alcune caratteristiche del rinascimentale, specie quando la costruzione durava molti anni. 

Prendiamo ad esempio Ca' Foscari: lo stile è decisamente tardo gotico ma il bassorilievo scolpito al di sopra della loggia principale della faccia, con i putti alati, è decisamente un motivo rinascimentale. 

In ogni caso mentre edifici rinascimentali prendevano vita in Toscana e nel resto d'Italia, a Venezia si costruivano tra le più belle opere del tardogotico Veneziano, come Ca' Foscari, appunto o come Palazzo Soranzo Van Axel (1470) o l'Arco Foscari di Palazzo Ducale.

 

Tra Gotico e Rinascimento: San Zaccaria

L'edificio che meglio rappresenta il periodo di transizione tra lo stile Gotico e quello rinascimentale è certamente la Chiesa di San Zaccaria. Il progetto iniziale di Zambello è decisamente in stile gotico ma con la morte dell'architetto e la prosecuzione diretta dal Codussi viene terminata con uno spettacolare stile rinascimentale.

Storia e foto degli interni e della facciata della chiesa di San Zaccaria cliccando qui:

Chiesa di San Zaccaria a Venezia

Transizione verso il rinascimento: Ca' Contarini del Bovolo

Uno spettacolare esempio di elemento in stile rinascimentale su un fabbricato in stile gotico è la scala di Ca' Contarini del Bovolo. Poco prima del 1500, in questo edificio in stile tardo gotico di proprietà della famiglia Contarini, viene aggiunta una torre rotonda che racchiude una scala circolare. La parola "bovolo", in Veneziano, significa "chiocciola" e da allora questo palazzo venne soprannominato così, per la curiosa forma della scala esterna. 

La torre è unita al Palazzo Gotico in modo non propriamente armonioso e tradisce alcuni errori: innanzitutto le proporzioni della scala che sono esagerate rispetto all'edificio, ma anche il modo in cui viene sovrapposta all'esistente, rovinando alcune finestre. 

Ad ideare questa scala sembra sia stato un carpentiere, tale Giovanni Candi che aveva lavorato anche alla Scuola Grande di San Marco.

Ogni gradino è costituito da un blocco di pietra calcarea che attraversa il muro di mattoni del cilindro e compare all'esterno, sulla superficie rifinita come un piccolo pannello. Sull'estremità di questi gradini si erge la base classica delle colonne, che, a loro volta, sopra un semplice capitello semiotico reggono una serie di archi rampanti a tutto sesto ognuno sopraelevato da un lato in modo da poggiare direttamente sull'altro, situato ad un gradino più in alto. Il parapetto, unica linea diagonale, poggia su regolari colonnine gotiche che fungono da balaustre. 

L'ingresso al pianterreno è assolutamente non-gotico: snelli pilastri quadrati sormontati da capitelli severi che sostengono agili archivolti

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  • "Palazzo Ducale di Venezia assomma i tre elementi: il romano, il longobardo e l'arabo in una proporzione assolutamente imparziale. È l'edificio centrale del mondo"

    John Ruskin

  • Lo stile Gotico, nel tessuto urbano di Venezia, lo troviamo in moltissime facciate di edifici civili e religiosi ed anche nei loro interni. Nonostante questo lo stile dell'architettura gotica veneziana ha ancora molti lati oscuri: mancano documenti d'archivio che permetterebbero di datare più precisamente gli edifici e non si sanno nemmeno i nomi degli architetti che li hanno concepiti. 

  • Nel 1821 Lord Byron, Poeta inglese ma anche grande amatore (la sua casa sul Canal Grande era una sorta di harem), scrive il dramma: The two foscari dove racconta la terribile storia di Francesco Foscari, doge, e di suo figlio Jacopo. 

    Qualche anno dopo, nel 1844 è Giuseppe Verdi a comporre l'opera "I due Foscari".

    Altri artisti si occuperanno della vicenda di Francesco Foscari, uno dei Dogi più importanti che la Repubblica abbia mai avuto e che scoprirai leggendo questo articolo, in cui parleremo anche del suo sfortunato figlio Jacopo e dello splendido Palazzo sul Canal Grande.