"Palazzo Ducale di Venezia assomma i tre elementi: il romano, il longobardo e l'arabo in una proporzione assolutamente imparziale. È l'edificio centrale del mondo"
John Ruskin
Da Castello a Palazzo del Doge
Palazzo Ducale nasce come castello, come fortezza circondata dall'acqua.
Il molo, la parte prospiciente il palazzo verso il bacino, non esisteva, così come la piazzetta che si trova ora tra la Biblioteca Marciana ed il Palazzo.
Quella che è l'attuale Piazzetta era infatti una darsena piuttosto ampia con banchine di ormeggio.
La darsena era collegata, nella zona ove ora sorge la porta della carta, con il Rio di Palazzo che corre nel retro di Palazzo Ducale, quindi l'edificio era circondato dall'acqua.
L'ingresso al Palazzo era regolato grazie ad un ponte levatoio probabilmente posto proprio in prossimità della porta della carta.
Il primo palazzo del Doge
L'equidistanza da mare e terra, quindi la sicurezza ma anche la possibilità di arrivare facilmente a terra, spinsero verosimilmente il Doge Agnello Partecipazio a trasferire nei primi decenni del IX secolo la sede dogale nelle isole Realtine (l'insieme delle isole che oggi chiamiamo Venezia).
Quando l'arcipelago di isolette inizia a popolarsi, con l'arrivo dei barbari, ai numerosi casoni dei pescatori si affiancano i primi edifici complessi e nascono le prime chiese. Sta per nascere la Repubblica la cui durata rimane tutt'ora insuperata, nonostante la caduta, nel 1797 per mano di Napoleone Bonaparte.
Il sito scelto per la nascente città è felicissimo, posto dinnanzi ad un ampio bacino di confluenza di vie marittime e fluviali (in laguna sfocia il Brenta, il Piave ed il Sile) ed era già munito di un fortilizio eretto nel VII o nell'VIII secolo dalle genti lagunari.
L'insediamento del Doge nell'attuale zona di San Marco, riunendo in uno stesso sistema l'abitazione del capo di stato e la fortezza, trasformò il luogo in una vera e propria cittadella fortificata, un compatto "castellum" circondato da canali.
L'edificio era probabilmente rettangolare e, come da recenti ricerche archeologiche dimostrato, privo di torri angolari.
Un palazzo per il capo del nuovo stato indipendente
L'indipendenza Venezia la raggiunge con l'astuzia, con le alleanze ma anche con la forza. Quando il figlio di Carlo Magno, Pipino Re d'Italia, reclama il diritto dei Franchi sulla laguna veneta, i Veneziani si difendono la loro indipendenza.
I "maledetti sudditi ribelli", come li chiama Pipino, si difendono come possono, sono un popolo allo stremo, non dei militari professionisti.
Secondo la storia scritta dai Veneziani - nell'estate del 810 il canale dove moltissimi francesi perdono la vita verrà denominato Canale Orfano, a suggello della vittoria dei veneziani ed a futuro monito di chi vorrà, con la forza, occupare la laguna.
Palazzo Ducale diventa quindi il palazzo del Dux, del Doge, del capo di Stato. Venezia è diventata una Repubblica.
Sebastiano Ziani ed il nuovo Palazzo Ducale
Con il moltiplicarsi degli organi di governo e con il dilatarsi della vita politica e sociale, si rende necessario ripensare gli spazi e le dimensioni del Palazzo del Doge.
Sarà il Doge Sebastiano Ziani (1172-78) a ricostruire Palazzo Ducale e ad organizzare anche l'area esterna al palazzo dando inizio ad una ristrutturazione organica dell'intero complesso destinata a durare quasi duecento anni.
Egli procede ad interrare il Rio Batario, che attraversava l'odierna Piazza San Marco ed a chiudere ed interrare la darsena di fronte a Palazzo Ducale.
Sempre sotto il dogado di Ziani vengono erette le due colonne dette di San Marco e di San Todaro. Il vecchio "castello" si sta trasformando in un edificio pubblico polifunzionale, con gli uffici necessari per il funzionamento dello stato, i tribunali e le prigioni.
Ma, come abbiamo detto, Palazzo Ducale deve affrontare due secoli di continua trasformazione per adeguarsi alle mutevoli esigenze di uno stato in rapida crescita.
Per ospitare gli organi deputati all'amministrazione della giustizia fu eretto un corpo di fabbrica occidentale. Per ospitare le riunioni del Maggior Consiglio si costruì un corpo di fabbrica meridionale, prospiciente il bacino lagunare. Inoltre vennero organizzate all'interno anche delle prigioni.
Palazzo Ducale, ristrutturazione del 1300
Un secondo, importante, intervento sul Palazzo avvenne sotto il Doge Piero Gradenigo. I lavori, che dureranno a lungo, inizieranno negli anni 40 del 1300 sotto la direzione di Filippo Calendario, un tagliapietre-architetto, che conferì un assetto nuovo al Palazzo, più aggiornato con le nuove esigenze politiche e giudiziarie della Repubblica.
Una curiosità: l'architetto (di cui si sa poco) venne arrestato nel gennaio del 1355 e, processato il 16 aprile, morì impiccato in quanto aveva preso parte alla congiura ordita dal Doge Marin Faliero.
Foscari riunisce in un unico Palazzo gli organi dello stato
Nel 1424 il doge Francesco Foscari, ricchissimo e ambizioso ("vola più che non fa i falcon" disse in letto di morte il suo predecessore Tommaso Mocenigo per tentare, invano, di convincere i nobili a non votarlo) fa demolire il vecchio Palazzo di Giustizia e lo fa ricostruire unendolo con il Palazzo del Governo. Palazzo Ducale assume l'aspetto odierno e accorpa diverse funzioni dello Stato Veneziano rappresentandone degnamente la potenza.
Venezia non è più una semplice città marinara ma uno Stato in rapida espansione e l'edificio che che la rappresenta deve dare l'impressione di uno stato monolitico.
In questo singolo edificio sono contenute e rappresentati i principali organi dello stato: il maggior consiglio, il minor consiglio, il consiglio dei pregadi (il senato), i Dieci, la quarantia criminal e civil (magistratura) e l'avogadura de comun.
A differenza di altri luoghi del potere, però, il palazzo è "permeabile", è coraggiosamente dischiuso alla città, a dimostrazione della trasparenza e della giustizia dello stato veneziano che non temeva i propri cittadini.
La "loggia foscara" replica il colonnato sul molo sorretta da una sequenza imponente di colonne e capitelli scolpiti da artisti toscani e lombardi: Pietro di Niccolò Lamberti e Giovanni di Martino di Fiesole, Nanni di Bartolo il "rosso fiorentino".
L'incendio di Palazzo Ducale del 1483
Nel corso della sua storia il Palazzo dei Dogi ha subito diversi incendi, ma nessuno disastroso come quello del 14 Settembre del 1483 quando, secondo quanto scrive il Sansovino: "il fuoco comenzo abrusar dala parte dove erra la capella chel doxe ogni torno udiva messa, brusò la sala dele do nape dove si dava audientia, la camera lì apresso dove era il napamondo e si brusò tutto il palazo do doxe excepto una parte". In altre parole l'ala est ed il retro del palazzo erano per la maggior parte inutilizzabili.
Per la ricostruzione di quella zona poteva essere nominato Mauro Codussi, un bergamasco poco più che trentenne ancora non conosciuto a Venezia oppure Pietro Lombardo, un lombardo ticinese arrivato da poco e noto per alcune belle tombe e per la decorazione nella chiesa di San Giobbe. Ma nessuno di questi due aveva nel curriculum edifici impegnativi.
Venne pertanto scelto, a dirigere la nuova opera di costruzione, Antonio Rizzo e sotto la sua direzione vennero iniziati i lavori lungo il Rio di Palazzo, iniziando dall'estremità nord, che si trova sotto gli appartamenti dei dogi.
La facciata di Palazzo Ducale su rio di Palazzo
Sentiamo come descrive la facciata verso il Rio di Palazzo Thomas Coryat che lo vide nel 1608:
smisuratamente bello, la parte inferiore è una meraviglia, la lavorazione molto particolare è a forma di aguzzi diamanti
Lo zoccolo è interrotto prima da un'entrata modesta, po da una loggia con 4 accessi sull'acqua dagli alti archi e una volta ancora da una loggia con due cavie (una sorta di garage per imbarcazioni). L'effetto generale è di una facciata superba, elegante e ordinata. Chiaramente si tratta di un muro secondario, non è una facciata, tuttavia il Rizzo utilizzò geometrie e chiaroscuri leggeri in modo che la visione complessiva desse un senso di forza, ordine e grandiosa eleganza.
Persino Ruskin, che sappiamo essere estremamente critico verso lo stile rinascimentale lo definì un:
esempio di raffinata arte muraria, una delle cose più belle non solo di Venezia ma del mondo intero
Eppure raramente i turisti ammirano e fotografano questa meravigliosa facciata sul rio concepita e realizzata dal Rizzo.
L'ingresso al Palazzo: la porta della carta
L'ingresso principale al palazzo era nel punto ove attualmente si trova la porta della carta.
Gli altri due ingressi sono verso il bacino di San Marco, dove attualmente si trova il molo, e lungo il rio di Palazzo, il più fotografato tra i canali veneziani grazie alla presenza del cosiddetto "Ponte dei sospiri".
L'attuale Porta della Carta la dobbiamo ad uno dei Dogi più importanti della Repubblica, Francesco Foscari. Questi, eletto nel 1423 nonostante la raccomandazione di non votarlo del precedente Doge morente, Tommaso Mocenigo, non solo riunificò sotto un unico palazzo gli organi di governo e la magistratura ma volle fosse edificata questa porta.
Venne detta "porta della carta" perché gli scrivani che preparavano le pratiche ai cittadini, sistemati nel cortile, venivano chiamati "magnacarta", cioè mangiacarta.
Il magnifico portale è frutto del lavoro di Bartolomeo Bon che colloca al vertice la statua della Giustizia (a Venezia la giustizia è sopra a tutto). Sotto a questa il doge Foscari si inginocchia davanti ad un Leone di San Marco raffigurato con il libro aperto e la scritta "pax tibi marce evangelista meus". Anche il Doge si deve inchinare di fronte al simbolo della Repubblica.
Quella che vedi oggi è una riproduzione del 1800 perché Leone e Doge furono fatti distruggere da Napoleone - come tutti i leoni presenti nel territorio - in quanto simboli dello Stato Veneto conquistato.
A fianco del Leone quattro statue: temperanza e fortezza, in basso, e Prudenza e Carità in alto.
La porta della carta è oggi l'uscita dal Museo di Palazzo Ducale.
Una curiosità: la porta della carta non piaceva a John Ruskin che, parlando della corruzione del gotico prende proprio come esempio "l'insipida confusione della Porta della Carta".
La facciata di Palazzo Ducale
Prima di tutto, se alzi lo sguardo dalla piazzetta, scoprirai un'altra statua della Giustizia - giusto per ribadire il concetto. Ed anche stavolta è al di sopra di tutto.
Il loggiato è uno splendido traforo gotico dove spiccano due colonne di colore diverso, la nona e la decima. Sono di colore rosso e da qui venivano lette le sentenze capitali che poi venivano eseguite nello spazio tra le due colonne della piazzetta.
Questo è il motivo per cui i Veneziani dicono che porti male passare tra le due colonne di San Marco e di San Todaro.
Ed è anche il motivo per cui si dice "ti faccio vedere io che ore sono", quando si vuole minacciare qualcuno. Il fatto è che l'ultima cosa che vedevano i condannati a morte era proprio l'ora segnata dal grande orologio posto di fronte alle due colonne.
John Ruskin e Palazzo Ducale
Impossibile descrivere Palazzo Ducale meglio di Ruskin nel suo "Le sette lampade dell'architettura":
Modello di tutte le perfezioni: il Palazzo Ducale di Venezia. La struttura complessiva: un quadrato puro e semplice; la facciata principale: un rettangolo , che appare prolungato da una serie di trentaquattro piccole arcate e trentacinque colonne, ed è separato, da una finestra adorna di un ricco baldacchino al centro, in due zone compatte, la cui altezza e lunghezza stanno tra loro in rapporto di circa quattro a cinque, mentre le arcate che gli conferiscono il senso della lunghezza sono confinate ai piani inferiori e quello superiore, tra le ampie finestre, rimane una superficie liscia di marmi, con blocchi alternati rosa e bianchi disposti a scacchiera."
Ruskin conclude:
Sarebbe impossibile, io credo, inventare una soluzione più mirabile, tra tutte quelle presenti negli edifici più solenni ed attraenti."
La struttura di Palazzo Ducale
Come abbiamo detto il Palazzo è vuoto nella parte inferiore, per la presenza di un portico ed ha due facciate principali: una rivolta verso il bacino di San Marco ed una rivolta verso la Piazzetta.
Il lato verso il bacino è evidentemente frutto di interventi successivi come si deduce dalla differenza tra le finestre. Ma anche il lato verso la Piazzetta è stato eseguito in secoli differenti. Alcuni studiosi tra cui lo stesso Ruskin, ipotizzano che una parte sia del 1300 (fino all'ottava colonna partendo dall'angolo verso il bacino) mentre è successiva al 1400 la parte che dalla nona colonna va verso la Basilica.
La facciata verso la piazzetta è molto simile a quella verso il bacino, ma è successiva, in un epoca in cui si inizia a dare importanza alla simmetria. Infatti le posizioni e le dimensioni delle finestre sono simmetriche.
Palazzo Ducale è differente da qualsiasi altro edificio costruito in quell'epoca in Italia. Non solo per l'eleganza estetica che ne fa - come dice Ruskin - "modello di perfezione" ma anche per la naturale protezione dell'acqua che rende inutili accorgimenti architettonici difensivi.
Lo stile architettonico di Palazzo Ducale
Sempre Ruskin nel suo imperdibile "Le pietra di Venezia" scrive che Palazzo Ducale è "l'edificio centrale del mondo". Con questo egli intende dire che lo stile dell'edificio raccoglie gli stili architettonici romani (nel portico inferiore) fondendoli a quelli importati dall'europa del nord (l'arco gotico) il tutto esaltato dalla fusione con lo stile arabo che i Veneziani importano - assieme alle spezie - dal medio oriente.
Lo stesso autore mette in evidenza come i Veneziani abbiano accolto le lezioni d'arte dai loro nemici, prima dai barbari del nord europa che hanno terrorizzato e costretto all'esodo le popolazioni ma da cui abbiamo importato l'arco gotico a sesto acuto. Poi dal nemico islamico combattuto per secoli da cui abbiamo preso il gusto la decorazione.
Un Palazzo come questo, costruito in diverse fasi e continuamente ristrutturato e ammodernato non può avere un unico stile. Infatti troviamo all'interno tre differenti stili: il bizantino, il gotico ed il rinascimentale.
Dello stile bizantino puro rimangono pochissime tracce in quanto sostituito dal gotico veneziano mentre lo stile rinascimentale (fortunatamente) non soppiantò il gotico ma si affiancò ad esso.
Va detto che si corse il rischio di perdere lo stile gotico con il grande incendio del 1577 dove, a maggioranza, si decise di ricostruirlo com'era, senza cedere alla tentazione di rifarlo completamente seguendo lo stile rinascimentale, allora in auge.
Tra i contrari alla ricostruzione c'è anche Andrea Palladio, che propone di ricostruirlo in stile "moderno" con il progetto che vediamo qui di seguito:
La parte rinascimentale è quella che si affaccia sul Rio di Palazzo e, all'interno del cortile, la facciata del lato est.
Il colonnato del piano terra
Sul fatto che Palazzo Ducale sia una infinita opera d'arte ha ragione Ruskin: i capitelli delle colonne al pian terreno meriterebbero da soli, una analisi approfondita.
Molti originali sono conservati all'interno di Palazzo Ducale, alcuni rappresentano scene di vita lagunare, altri rappresentano i mestieri di terraferma, altri rappresentano le arti o i vizi.
Una colonna, secondo la leggenda, poteva salvare la vita al condannato a morte. Ma solo se il malcapitato riusciva a passarci davanti senza cadere in mare. Non è difficile da trovare: basta cercare i turisti si divertono a tentare - quasi sempre inutilmente - di ripetere quel tentativo.
Ma attenzione non vale "abbracciare" la colonna: si deve dare la schiena al palazzo e non cadere nel pavimento (oggi c'è il molo pavimentato ma un tempo c'era acqua) in trachite.
Le sculture negli angoli del Palazzo
Notevoli sono anche le sculture nei tre angoli esterni del Palazzo:
- accanto alla porta della carta c'è il Giudizio di Salomone attribuito da Jacopo della Quercia, sormontato dall'Arcangelo Gabriele
- accanto alle due colonne della piazzetta Adamo ed Eva con il serpente sormontati dall'arcangelo Michele
- accanto al ponte della Paglia l'ebbrezza di Noè sormontata dall'arcangelo Raffaele
Gli arcangeli rappresentano:
- Raffaele, il commercio
- Michele, la guerra
- Gabriele, la pace
Significato delle sculture nei tre angoli
Adamo ed Eva
Iniziamo dalla scultura di Adamo ed Eva che probabilmente è stato il primo ad essere scolpito. L'albero non è un albero di mele bensì un fico ed è l'albero a formare il vero angolo esterno di Palazzo Ducale, oltre a separare i due protagonisti della scena. Eva, dal fisico androgino, tiene in mano il frutto proibito indicando il serpente che si avviluppa sul tronco dell'albero. Adamo alza una mano, quasi a chiedere scusa.
Ebbrezza di Noè
Nella scultura nota come "ebbrezza di noè", ben visibile dal ponte della Paglia (anche se tutti guardano il ponte dei sospiri) è davvero notevole la capacità dell'artista di riprodurre l'albero, la vite, con i grappoli e le foglie, scolpite in ogni nervatura. Purtroppo alcuni rami e alcune foglie sono andati persi per la fragilità della scultura e per il tempo trascorso: ricordiamoci che è li dalla prima metà del 1300. I personaggi non sono scolpiti con altrettanta abilità: le espressioni dei tre fratelli, ad esempio, non permettono di capire quale sia il figlio che ride del padre.
Giudizio di Salomone
Il giudizio di Salomone è scolpito in epoca successiva, si tratta di una scultura rinascimentale. L'artista ha copiato l'albero del fico collocato alle spalle della madre che ferma, con la mano, il soldato che sta tagliando in due il bambino conteso.
Ruskin dice che le sculture "sono espressione di due sentimenti: la consapevolezza della fragilità umana e la dipendenza dal divino per avere guida e protezione. È questo, naturalmente, lo scopo della presenza degli angeli".
Influenza di Palazzo Ducale sull'architettura
Non vi sono dubbi sul fatto che lo stile di Palazzo Ducale abbia influito sullo stile di molti Palazzi Veneziani: si pensi ai trafori di Ca' D'Oro o a quelli di Ca' Foscari.
Ma Palazzo Ducale fu anche precursore dell'architettura di Le Curbusier che prevedeva l'edificazione di edifici sostenuti da pilotis. In realtà, come abbiamo detto, la decisione di rendere "permeabile" l'edificio con un porticato che sostiene le sale del potere indica che da parte dei governanti c'è la fiducia che nessun nemico e nessuna rivolta popolare avrebbe avuto come obiettivo la distruzione di Palazzo Ducale. Insomma un governo giusto non doveva temere nulla.
Il cortile interno di Palazzo Ducale
Il cortile interno è un rettangolo delimitato dalle tre facciate interne del palazzo, che evidenziano date di costruzione diverse, e, nel quarto lato, dalla Basilica di San Marco e dall'Arco Foscari.
In quest'ultimo lato si trova anche la scala dei giganti, tradizionalmente l'ingresso del nuovo doge a Palazzo.
La scala dei giganti
Chiamata così per la presenza delle due enormi statue di Nettuno, dio del mare, e di Marte, dio della guerra, era il luogo dove avveniva l'incoronazione del nuovo Doge. Le due statue furono scolpite dal Sansovino
Ma la scala dei giganti è nota anche per aver fatto da sfondo alla macabra decapitazione del doge Marino Falier, decapitato "pro criminibus" come dice la scritta sul telo nero che appare all'interno della sala del gran consiglio.
Ed è la stessa scala da cui salì e volle anche ridiscendere il doge Francesco Foscari, cui vennero intimate le dimissioni perché il figlio aveva accettato un dono (un doge ed i suoi familiari non potevano accettare doni).
La storia ci dice che l'ormai anziano Doge l'abbia voluta scendere evitando una più dignitosa uscita nascosta. Ma nonostante la dimostrazione di carattere, Francesco Foscari morì qualche giorno dopo, evidentemente provato per la vicenda.
Diversi anni più tardi il pittore impressionista Claude Monet, dirà, a proposito di Palazzo Ducale:
L'artista che concepì questo palazzo fu il primo degli impressionisti. Lo lasciò galleggiare sull'acqua, sorgere dall'acqua e risplendere nell'aria di Venezia, come il pittore impressionista lascia risplendere le sue pennellate sulla tela per comunicare la sensazione dell'atmosfera.