Le facciate di Chiese veneziane "sponsorizzate"

Facciate celebrative nelle Chiese Veneziane

In alcune Chiese Veneziane troviamo, nelle facciate, rappresentati tutta una serie di personaggi che hanno contribuito alla storia della Repubblica e che non sono santi o personaggi biblici.
Alcune famiglie volevano esaltare la propria storia e renderla immortale. Questa volontà di apparire ha consentito di finanziare istituti religiosi e ristrutturazioni di edifici religiosi.
Queste scultura, che vogliono meravigliare e testimoniare le virtù dei generosi mecenati, in alcuni casi ci sembrano del tutto fuori luogo in edifici di culto, ma vediamone le particolarità in questo articolo.

Le strane facciate delle Chiese Veneziane

Una delle tante particolarità di Venezia è quella di aver permesso l'utilizzo della scultura al servizio della celebrazione privata sulle facciate delle chiese.
Tutti, camminando per Venezia, abbiamo fatto caso a diversi personaggi raffigurati nelle facciate delle chiese che non sono santi, né personaggi biblici.
Vediamo di capire quali sono queste chiese ed il motivo per cui a Venezia si è affermata questa usanza

 

Un fenomeno squisitamente veneziano che nasce nel 1400

Questa "mania" di rappresentare Capitani da Mar, Dogi, Magistrati o Medici nelle facciate delle chiese non ha paragoni in nessuna parte della terraferma della Repubblica, in nessuna parte dell'Italia e in nessuna parte dell'Europa.
Quindi è veramente un unicum veneziano e, come detto, consiste nell'utilizzare le facciate di chiese, quindi di edifici di culto, come supporti per la collocazione di monumenti celebrativi di carattere squisitamente profano e privato.
Si  tratta di un fenomeno che inizia a svilupparsi nel 400 e che troverà poi la sua massima espressione nella seconda metà del Seicento, quindi in quel periodo che comunemente chiamiamo il Barocco.

 

Il migliore esempio di facciata profana: Santa Maria del Giglio

Il culmine di questo fenomeno è rappresentato dalla facciata della Chiesa di Santa Maria del Giglio da cui partiamo.  
La chiesa che oggi vediamo è dovuta ad una ristrutturazione finanziata grazie al testamento di Antonio Barbaro redatto nel 1678 che ha dato precise indicazioni su come voleva fosse realizzata la facciata. 

Il testamento di Antonio 

Nel suo testamento Antonio scrive che dispone un lascito per la costruzione della facciata e vuole essere raffigurato su questa facciata con abito generalizio e tutto armato, e soprattutto con il "barettin" in testa, con bastone e spada.
Vale a dire, lui vuole essere raffigurato come capitano generale da Mar anche se, come vedremo, lui non fu mai nominato in quel ruolo.
La statua che oggi vediamo è stata realizzata da Giusto Le Court. Come auspicato e richiesto da Antonio, questa statua occupa il centro della facciata sopra il portale d'ingresso.
Ma non è tutto.

Facciate celebrative a Venezia: Santa Maria del Giglio
La Chiesa di Santa Maria del Giglio a Venezia con, al centro, Antonio Barbaro
I famigliari di Antonio

La facciata è stata pensata non solo per la celebrazione personale di Antonio ma anche per la celebrazione dei suoi famigliari. Perché, in effetti, nelle nicchie dell'ordine inferiore sono collocate le statue di parenti di Antonio Barbaro e sono di facile identificazione perché ci sono anche delle scritte sotto ognuna con indicate le cariche che gli stessi hanno ricoperto.

Quindi un fratello che era senatore, uno zio che era Savio agli ordini, un altro fratello, Francesco, che era ambasciatore inviato della Repubblica, e il padre, Carlo, anche lui Savio agli ordini.

Sul basamento città e battaglie

Inoltre, sui basamenti sono raffigurati i rilievi delle piante di tutte le città nelle quali ha prestato servizio Antonio Barbaro sia nello Stato da Mar che nello Stato da Terra della Repubblica.
Sui basamenti del secondo ordine sono raffigurate scene di battaglie navali che si riferiscono alla figura centrale di Antonio Barbaro come militare della flotta.

 

facciate celebrative di chiese a Venezia
Sotto ad Antonio Barbaro sono raffigurate le battaglie, i suoi famigliari e le città dove ha lavorato
Figure allegoriche

Lateralmente, la figura di Antonio è accompagnata dalla raffigurazioni allegoriche della Fama, poi l'Onore, la Virtù e la Saggezza, insomma le diverse facoltà morali che vengono attribuite al defunto. E infine, al centro della parte superiore, campeggia lo stemma di questo ramo della famiglia Barbaro di Santa Maria del Giglio.

Nessun personaggio biblico

Questa facciata è la massima espressione del fenomeno della "sponsorizzazione" di famiglie o personalità dal momento che in nessuno dei suoi elementi iconografici rinvia alla funzione dell'edificio come un edificio di culto, come una chiesa.
Non compare nessun santo, non compare la Vergine Maria alla quale è dedicato l'edificio, non compare un angelo, non compare assolutamente nessun personaggio biblico ma soltanto elementi destinati alla celebrazione di Antonio Barbaro e della sua famiglia.
E questo è appunto il culmine di questo fenomeno che, come vedremo adesso man mano che andiamo avanti, ha il suo inizio nel 1400. 

 

Dapprima i monumenti funerari dentro alle Chiese

Questa volontà di lasciare queste tracce in pietra delle azioni di determinati personaggi o famiglie non ha coinvolto solo la facciata di Santa Maria del Giglio.
Tutti sappiamo che ci sono moltissimi monumenti sepolcrali in particolare nella chiesa dei Santi Giovanni e Paolo.
Ma non è l'unico edificio veneziano che ospita tombe dei dogi che sono dislocate un po' dappertutto, basti pensare alla Chiesa dei Frari o a quella dei Gesuiti

Sempre più grandi

Basta una passeggiata dentro a queste due grandi chiese per accorgersi che con il passare degli anni aumenta il carattere architettonico delle strutture, che diventano più grandi, più monumentali, più ricche di apparato scultorio ed anche architettonicamente.

Prima distesi sui sarcofagi, poi in piedi

Importante è anche questo lento passaggio o l'alternanza che dura per un lungo periodo tra la raffigurazione del defunto in forma distesa sul sarcofago, e poi quella invece in piedi sul sarcofago, come un'allusione alla superamento della morte e alla resurrezione.
Come vi dicevo, appunto, se in San Giovanni e Paolo la densità di questi monumenti è particolarmente alta, la troviamo anche in molte altre chiese veneziane.

Le controfacciate

Un passo importante che porterà poi alle facciate "sponsorizzate" è stato quello di utilizzare non solo le pareti delle chiese ma anche le controfacciate, quindi la parete dell'ingresso, per la collocazione di monumenti particolarmente monumentali. E anche qui è sufficiente entrare in alcune chiese di Venezia e girarsi per guardare le controfacciate per rendersi conto di quanto gli esempi siano numerosi. 

 

Quali personalità sono ritratte nelle Chiese Veneziane?

Cerchiamo di capire ora chi siano gli individui, o meglio quali siano le categorie sociali, coinvolte nella rappresentazione nelle facciate delle chiese veneziane.

All'interno delle chiese ci sono moltissimi monumenti dedicati a dogi, ma ci sono altre categorie privilegiate, come, per esempio, i capitani generali da Mar ed i condottieri "de tera".

I capitani generali da mar

I capitani generali da mar erano personaggi molto importanti, perché si tratta di una carica che non appartiene alle cariche stabili, diciamo, nell'apparato dello Stato. Ma erano cariche che venivano assegnate, ricoperte solo in periodi di guerra.
Questo comandante supremo della flotta veneziana, insomma, esisteva solo in determinati momenti storici, particolarmente delicati e cruciali.

Un esempio è Vettor Pisani, uno degli eroi della guerra di Chioggia trecentesca, oggi in San Giovanni e Paolo, ma originariamente in Sant'Antonio di Castello. 
Un altro esempio è Alvise Mocenigo in San Lazzaro dei Mendicanti, un monumento che ancora una volta occupa un'intera parete, cioè la controfacciata interna della chiesa.

Chi finanzia?

Prima di procedere occorre chiarire che questi monumenti NON sono finanziati dallo stato. Che siano monumenti di Dogi o di capitani generali da mar, si tratta sempre e comunque di monumenti che sono stati voluti, finanziati, costruiti dalle famiglie di appartenenza del defunto.
Insomma si tratta di imprese rigorosamente private per le quali vengono presi accordi tra la chiesa o l'ordine conventuale/monastico che, in cambio, riceve un'elargizione finanziaria.

Invece i condottieri...

Una eccezione a questa regola vale per i condottieri per i quali i monumenti sono invece voluti e finanziati, dallo Stato, dalla Repubblica. Lo potete anche verificare abbastanza agilmente, perché solitamente compare proprio il leone di San Marco in posizione preminente, proprio a segnare questo carattere pubblico e non privato dell'opera.
Si distinguono dagli altri perché si tratta generalmente di monumenti che utilizzano il cavallo come supporto. Per condottiero intendo quelli che avevano il comando sulle truppe da terra e che, quindi, avevano come controparte l'ammiraglio veneziano. E questi condottieri, che quindi erano rigorosamente attivi in terraferma e mai sul mare, erano quasi sempre stranieri, foresti.

 

 

Un condottiero famoso: il Colleoni

Un monumento che tutti notano, perché è fatto proprio per essere notato, è il monumento a Bartolomeo Colleoni, collocato in Campo dei Santi Giovanni e Paolo.
Vasari dice che sono stati i veneziani a voler onorare Bartolomeo Colleoni, anche lui condottiero al servizio della Repubblica, per i servizi che ha reso a favore della Repubblica.
In realtà, le cose non sono esattamente così, perché è stato lo stesso Bartolomeo Colleoni ad avere dettato le condizioni: ovvero, lui ha detto "Io vi lascio un'immensa ricchezza, sia in denaro che in proprietà immobiliari, e in cambio voglio che sia fatto un monumento in mio onore davanti a San Marco."
Lui aveva pensato a Piazza San Marco ma le autorità dell'epoca fingono di non aver capito bene e scelgono il campo di fronte alla Scuola Grande di San Marco.  

Questo grande monumento è, quindi, una via di mezzo tra una committenza privata e una pubblica, perché in realtà i veneziani hanno ricevuto una donazione ed hanno ricevuto delle condizioni poste dal condottiero.
Il monumento al Colleoni è un unicum a Venezia: non ci sono altri monumenti a Venezia che celebrano personalità prima della fine della Repubblica.
Gli altri monumenti che oggi vediamo sono tutti nati successivamente: Vittorio Emanuele in Riva degli Schiavoni, Goldoni a Rialto, Manin nel campo omonimo... sono tutti monumenti ottocenteschi o novecenteschi.

Il monumento al Colleoni fa il paio con quello del suo immediato predecessore, che è il magnifico monumento equestre al condottiero Erasmo da Narni, detto il Gattamelata, posto davanti alla Basilica del Santo a Padova e realizzato da Donatello.

 

La Chiesa di Sant'Elena

 

La Chiesa di Sant'Elena, come si può vedere sulla mappa di Jacopo de' Barbari, è una chiesa situata nella estrema periferia della cittadina, quindi molto lontano dal centro.
È una chiesa di fondazione duecentesca e importante perché vi sono appunto custodite delle reliquie di Sant'Elena, vale a dire della madre dell'imperatore Costantino. Importante, la chiesa, anche perché era un giuspatronato dogale, vale a dire, aveva un legame strettissimo con Palazzo Ducale e i priori ricevevano l'investitura direttamente dal Doge, così come anche le rendite annesse all'investitura provenivano, quindi, direttamente dal doge.

 

FACCIATE CELEBRATIVE A VENEZIA, CHIESA DI SANT'ELENA
Vettore Cappello, capitano generale da mar, rappresentato nella facciata della chiesa di Sant'Elena

Sulla facciata della chiesa, a un certo punto, viene applicata una composizione architettonica e scultorea di un capitano generale da Mar che è raffigurato è Vettore Cappello morto nel 1467.
La facciata è datata già all'anno seguente, e lo scultore è probabilmente Nicolò di Giovanni Fiorentino. Chi ha commissionato la facciata sono stati i figli del defunto, quindi, come detto, anche in questo caso si tratta di una committenza rigorosamente privata.

Il falso sarcofago

Sulla facciata compare un sarcofago, ma non si tratta di una reale sepoltura, perché Vettore è seppellito all'interno della chiesa.
Quello che contraddistingue la soluzione della facciata di Sant'Elena è, indubbiamente, la posa non trionfante, perché Cappello era figurato inginocchiato, bensì in atteggiamento di devozione davanti alla santa alla quale è intitolata la chiesa, che custodisce anche le sue reliquie.
Sì, quindi, non con la posa trionfante del Capitano generale da Mar come abbiamo visto essere stato raffigurato il Barbaro nei monumenti precedenti, ma con un atteggiamento di devozione.

Oltre al monumento, a confermare che la facciata è stata "sponsorizzata" dalla famiglia Cappello, compaiono gli stemmi della famiglia.

La raffigurazione di Vittore Cappello inginocchiato richiama quella del Doge Foscari inginocchiato davanti al Leone nella porta della carta.

 

La Chiesa di Santa Maria Formosa

La chiesa di Santa Maria formosa ha due facciate: una sul campo ed una sul canale. Partiamo da quella sul canale dove è collocato un altro monumento ad un capitano generale da Mar, ovvero Vincenzo Cappello. Santa Maria Formosa è una chiesa molto importante perché è una delle otto chiese che la leggenda vuole fondata da San Magno, cioè il vescovo di Oderzo, che nel sesto secolo, su indicazione della Vergine apparsa lì in sogno, avrebbe appunto fondato queste otto chiese.

Importanza della Chiesa

L'edificio attuale, nella sua struttura architettonica, è di Mauro Codussi, e la facciata che ci interessa è del 1542 ed è stata applicata successivamente, all'edificio esistente.
La chiesa, proprio per questa sua valenza nella storia fondativa di Venezia, era meta ogni anno, di una cosiddetta "andata ducale", vale a dire, ogni anno, il giorno della Purificazione della Vergine, che è il 2 febbraio, era organizzata una processione con il doge che arrivava da San Marco alla chiesa, dove veniva celebrata la messa.
Si tratta, quindi, di un luogo che ha un ruolo molto importante nel cerimoniale di Stato, e questo è indubbiamente una componente molto importante della quale bisogna tenere conto quando si ragionano sulle motivazioni dei committenti.

La facciata dedicata a Vincenzo Cappello

La statua di Vincenzo Cappello viene realizzata da Domenico da Salò, e qui, il capitano generale da Mar rappresentato in atteggiamento trionfante, con la sua armatura e il bastone di comando, sopra un sarcofago. Nella parte inferiore troviamo scene di battaglie navali, così come le rincontreremo molto tempo più tardi anche a Santa Maria del Giglio.
Dato che Vincenzo Cappello era morto da molti anni probabilmente nel confezionare questa scultura è stato utilizzato un ritratto di Vincenzo Cappello realizzato da Tiziano negli anni 50, e che a sua volta è già un ritratto costumo.

 

Facciate celebrative a Venezia, Santa Maria Formosa
Vincenzo Cappello, capitano generale da mar, celebrato nella facciata di Santa Maria Formosa
Probabilmente la prima a Venezia

Probabilmente la facciata della chiesa di Santa Maria Formosa sul canale è effettivamente la prima facciata che possiamo definire effettivamente una facciata celebrativa.
In questa facciata, infatti, non compare nessun simbolo che si lega alla religione, alla funzione, quindi, dell'edificio, ma compare anche in questo caso, in cima, lo stemma della famiglia.

 

La Chiesa di San Zulian

La Chiesa di San Giuliano, detta San Zulian, occupa un posto molto interessante nel tessuto urbano di Venezia. La chiesa si trova nelle Mercerie ed è stretta tra le gallette che collegano San Marco a Rialto, a circa un terzo del percorso. Quando si arriva in prossimità della Chiesa ci si rende conto che non si può fotografare la facciata per intero in quanto se ne riesce a cogliere solamente un ritaglio. Ma se sei attento ai dettagli non ti può essere sfuggita la strana statua in bronzo nella parte centrale della facciata. 

Tommaso Rangone medico ed intellettuale

La facciata è stata commissionata da un personaggio straordinario ed eccentrico, Tommaso Rangone, originario di Ravenna, un medico che ha studiato a Bologna e poi è stato attivo a Padova e a Venezia. Rangone è un intellettuale con una vena di eccentricità acuta. Si è vantato in vita (ed ora lo fa anche dopo la morte) di aver trovato un rimedio contro la sifilide, che vendeva a caro prezzo. E' dubbio che il rimedio avesse risultati concreti ma certamente gli ha consentito di diventare molto ricco.
Tommaso Rangone è un uomo di notevole calibro intellettuale, poliglotta e fondatore di un collegio per studenti poveri ma dotati a Padova. È stato anche Guardiano Grande di diverse scuole veneziane, come quella di San Marco e di San Teodoro.

 

Facciate celebrative a Venezia, Tommaso rangone
Particolare della statua in bronzo del medico Tommaso Rangone nella facciata della chiesa di San Zulian
Un medico vanesio

La sua vanità si è manifestata non solo con la presenza in vari quadri "finanziati" dallo stesso Rangone (presente nel "miracolo dello schiavo" di Tintoretto ma anche nel "ritrovamento" dello stesso autore) ma anche nella costruzione della facciata della Chiesa di San Giuliano.

Il sogno di essere in Piazza San Marco, ricordato per sempre

A dire il vero il medico Bolognese aspirava ad essere presente nella facciata della chiesa di San Geminiano, oggi scomparsa in quanto distrutta da Napoleone per fare lo scalone e la sala da ballo del suo palazzo. La Chiesa si trovava in Piazza San Marco, di fronte alla Basilica, posizione perfetta per il soddisfare la vanità del nostro medico. 
La scelta di San Giuliano è stata un ripiego, favorita dall'autonomia delle parrocchie veneziane, che semplificava le trattative rispetto a quelle con ordini monastici.

Una "faccia di bronzo"

La statua di Tommaso Rangone, realizzata in bronzo, si distingue per il suo colore scuro rispetto alla parete bianca della chiesa. Sopra la statua, un'iscrizione grande e leggibile afferma che il Senato ha permesso la costruzione, ma curiosamente, questa autorizzazione non si trova negli atti del Senato, rendendo misterioso il permesso stesso.
Le inscrizioni accanto all'arco che contiene la statua di Rangone mostrano il suo legame con Venezia attraverso vari calendari: bizantino, gregoriano e quello della fondazione mitica di Venezia, il 421 d.C., che porta all'anno 1500 per la costruzione.

Un caso particolare

San Giuliano rappresenta un caso particolare, non solo per la celebrazionein vitadi un non-patrizio, ma anche per la sua facciata, che si dispiega gradualmente all'avvicinarsi del visitatore. È un esempio di come la vanità personale possa lasciare un'impronta indelebile nella storia e nell'architettura di Venezia.

 

La Chiesa di San Moisè

La Chiesa di San Moisè celebra la famiglia Fini in un modo del tutto particolare. Siamo di nuovo nel contesto di una chiesa parrocchiale, ricostruita a partire dal 1644 e completata solo nel 1672.
Nel frattempo, si lavora anche alla facciata, con l'architetto Alessandro Tremignon e il committente Gerolamo Fini. Il tutto grazie ad una donazione prevista nel testamento di Vincenzo Fini, che lascia 30.000 ducati per la ricostruzione, una cifra notevole per l'epoca.

L'avvocato Fini ed i suoi famigliari

Al centro della facciata vediamo Vincenzo Fini, avvocato e procuratore di San Marco, deceduto nel 1660.
Lui è la figura centrale della facciata, celebrato dal momento che ha lasciato i mezzi finanziari per il progetto. Oltre a Vincenzo sono raffigurati a destra, il fratello che materialmente eseguì il progetto, e a sinistra, un'ulteriore generazione della famiglia. Si ripete qui, come in Santa Maria del Giglio, una celebrazione dinastica seppure con forte enfasi su Vincenzo Fini.

FACCIATE CELEBRATIVE A VENEZIA, SAN MOISE
Chiesa di San Moisè a Venezia
Una ricca facciata per un ricco nobile

La facciata è ricoperta da un programma iconografico complesso e ricco, che non lascia spazi vuoti, in un lampante esempio di horror vacui.
La famiglia Fini, originaria di Cipro, si trasferisce a Venezia dopo che la Repubblica perde l'isola a favore dei turchi verso la fine del 1500. Inizialmente non agiata la famiglia diventa ricca grazie a Vincenzo Fini, un giurista di successo, che grazie ai suoi guadagni acquista anche il titolo di patrizio veneziano versando alle casse dello stato la cifra richiesta per diventare "nobile per soldo". 

Come si diventa nobili?

Questa misura fu adottata dalla Repubblica all'inizio della Guerra di Candia per rimpinguare le vuote casse dello Stato e affrontare il calo demografico e l'impoverimento del patriziato veneziano. I Fini, quindi, entrano a far parte di questa nuova ondata di patrizi, portando nuova linfa sia demografica che economica.

Altri simboli in facciata

La facciata si concentra sul personaggio centrale Vincenzo Fini ma aggiunge simboli come le tavole della legge (Fini è un avvocato) di Mosè, lo stemma dei Fini, il busto di Vincenzo, e una ricchezza di dettagli iconografici come draghi, l'obelisco, tutti simboli di gloria, eternità e vittoria sulla morte.

 

La Chiesa della Misericordia

Il rifacimento della facciata della Chiesa della Misericordia, avvenuto tra il 1651 ed il 1659, venne affidato al bolognese Clemente Moli, discepolo del Bernini. Questi progettò un grande rosone centrale, al di sopra del portone, all'interno del quale collocò il busto del senatore Gaspare Moro.

 

Facciate celebrative nelle Chiese Veneziane, la Misericordia
La Chiesetta dell'Abbazia della Misericordia, oggi sconsacrata, con il busto del senatore Moro

 

English Version

Sponsors on church's facades

 

In some Venetian churches, we find on the facades a series of characters represented who have contributed to the history of the Republic and who are not saints or biblical figures. Some families wanted to exalt their own history and make it immortal. This desire to appear has enabled the financing of religious institutions and the renovation of religious buildings. These sculptures, intended to amaze and bear witness to the virtues of generous patrons, sometimes seem entirely out of place in places of worship, but let's explore their peculiarities in this article.

 

The Strange Facades of Venetian Churches

 

One of the many peculiarities of Venice is having allowed the use of sculpture in the service of private celebration on church facades. Everyone walking through Venice has noticed various characters depicted on church facades who are not saints or biblical figures. Let's try to understand which churches these are and why this custom has become established in Venice.

 

A Phenomenon Uniquely Venetian That Began in the 15th Century

 

This "mania" for depicting Captains of the Sea, Doges, Magistrates, or Doctors on church facades is unparalleled in any part of the mainland of the Republic, in any part of Italy, or in any part of Europe. Therefore, it is truly a Venetian unicum, and as mentioned, it consists of using the facades of churches, thus sacred buildings, as supports for placing monuments of a distinctly profane and private nature. This is a phenomenon that began to develop in the 15th century and reached its greatest expression in the second half of the 17th century, thus during what we commonly call the Baroque period.

 

The Best Example of a Profane Facade: Santa Maria del Giglio

 

The culmination of this phenomenon is represented by the facade of the Church of Santa Maria del Giglio, where we start our exploration. The church we see today results from a renovation funded by the will of Antonio Barbaro, written in 1678, which gave precise instructions on how he wanted the facade to be realized.

 

Antonio Barbaro's Will

 

In his will, Antonio states that he bequeaths money for the construction of the facade and wishes to be depicted on this facade in military attire, fully armed, and especially with the "barettin" on his head, holding a baton and sword. In other words, he wants to be portrayed as the Captain General of the Sea, even though, as we will see, he was never officially appointed to that role. The statue we see today was created by Giusto Le Court. As Antonio wished and requested, this statue occupies the center of the facade above the entrance portal. But that's not all.

 

Antonio's Relatives

 

The facade was conceived not only for Antonio's personal celebration but also for the celebration of his family. Indeed, in the niches of the lower order are placed statues of Antonio Barbaro's relatives, easily identifiable because each one has inscriptions indicating the positions they held.

So, there's a brother who was a senator, an uncle who was a Savio agli Ordini, another brother, Francesco, who was an ambassador sent by the Republic, and the father, Carlo, also a Savio agli Ordini.

 

Cities and Battles on the Pedestals

 

Moreover, on the pedestals are depicted reliefs of the plans of all the cities where Antonio Barbaro served, both in the State of the Sea and the State of the Land of the Republic. On the pedestals of the second order, scenes of naval battles are depicted, referring to Antonio Barbaro's central figure as a military man in the fleet.

 

Allegorical Figures

 

Laterally, Antonio's figure is accompanied by allegorical representations of Fame, then Honor, Virtue, and Wisdom, essentially the various moral faculties attributed to the deceased. Finally, at the top center, the coat of arms of this branch of the Barbaro family of Santa Maria del Giglio stands out.

 

No Biblical Characters

 

This facade is the ultimate expression of the "sponsorship" by families or personalities, since none of its iconographic elements refer to the function of the building as a sacred place. No saint appears, nor the Virgin Mary to whom the building is dedicated, nor an angel, nor any biblical character, but only elements dedicated to the celebration of Antonio Barbaro and his family. And this is precisely the peak of this phenomenon which, as we will see as we progress, began in the 15th century.

 

Initially was Funerary Monuments Inside Churches

 

This desire to leave these stone traces of the actions of certain characters or families was not limited to the facade of Santa Maria del Giglio. We all know that there are numerous sepulchral monuments, particularly in the Church of Saints John and Paul. But it's not the only Venetian building housing tombs of doges, which are scattered throughout, just think of the Church of the Frari or the Jesuits.

 

Increasingly Grand

 

A walk through these two major churches quickly reveals that over the years, the architectural character of the structures has grown, becoming larger, more monumental, richer in sculptural apparatus, and also architecturally.

 

First Laid Down, Then Standing

 

Also significant is this slow transition or alternation that lasts for a long period between depicting the deceased lying on the sarcophagus and then standing on it, as an allusion to overcoming death and resurrection. As I mentioned, if in San Giovanni e Paolo these monuments are particularly dense, we find them in many other Venetian churches as well.

 

After: the Counter-Facades

 

An important step leading to "sponsored" facades was the use not only of church walls but also of counter-facades, thus the entrance wall, for the placement of particularly monumental monuments. Here too, it's enough to enter some Venetian churches and turn around to see the counter-facades to realize how numerous the examples are.

 

Who Are Represented in Venetian Churches?

 

Let's now try to understand who these individuals are, or rather, what social categories are involved in the representations on Venetian church facades.

 

Inside the churches, there are many monuments dedicated to doges, but there are other privileged categories, such as, for example, the Captain General of the Sea and the land condottieri.

 

Captain General of the Sea

 

The Captain General of the Sea was a very important figure because this was not a stable position within the state apparatus but one assigned only during wartime. This supreme commander of the Venetian fleet existed only at particularly delicate and crucial historical moments.

 

An example is Vettor Pisani, one of the heroes of the fourteenth-century Chioggia War, now in San Giovanni e Paolo but originally in Sant'Antonio di Castello. Another example is Alvise Mocenigo in San Lazzaro dei Mendicanti, a monument that again occupies an entire wall, specifically the internal counter-facade of the church.

 

Who finances monuments?

 

Before proceeding, we must clarify that these monuments are NOT financed by the state. Whether they are monuments of Doges or Captain General of the Sea, they are always monuments wanted, financed, and built by the deceased's family. In short, they are strictly private enterprises for which agreements are made with the church or monastic/conventual order, which in return receives a financial donation.

 

However, for the Condottieri...

 

An exception to this rule applies to condottieri, where monuments are instead wanted and financed by the State, by the Republic. You can easily verify this because the lion of St. Mark is usually prominently placed, clearly marking the public rather than private character of the work. They stand out because they are generally monuments that use a horse as a support. By condottieri, I mean those who commanded land troops, thus counterpart to the Venetian admiral. And these condottieri, who were strictly active on the mainland and never at sea, were almost always foreigners, outsiders.

 

A Famous Condottiero: Colleoni

 

A monument everyone notices, because it's designed to be noticed, is the monument to Bartolomeo Colleoni, located in Campo dei Santi Giovanni e Paolo. Vasari says that it was the Venetians who wanted to honor Bartolomeo Colleoni, also a condottiero in the service of the Republic, for the services he rendered to the Republic. In reality, things are not exactly like that, because Bartolomeo Colleoni himself set the conditions: namely, he said, "I leave you immense wealth, both in money and real estate, and in exchange, I want a monument erected in my honor in front of St. Mark's." He had thought of St. Mark's Square, but the authorities of the time pretended not to understand well and chose the field in front of the Scuola Grande di San Marco.

 

So, this grand monument is a sort of middle ground between private and public commissioning, because the Venetians received a donation and conditions set by the condottiero. The Colleoni monument is unique in Venice: there are no other monuments in Venice that celebrate personalities from before the end of the Republic. The other monuments we see today were all created later: Vittorio Emanuele on Riva degli Schiavoni, Goldoni at Rialto, Manin in his namesake square... all are 19th or 20th-century monuments.

 

The Colleoni monument pairs with that of his immediate predecessor, the magnificent equestrian monument to the condottiero Erasmo da Narni, known as Gattamelata, placed in front of the Basilica del Santo in Padova and realized by Donatello.

 

Another example: the Church of Sant'Elena

 

The Church of Sant'Elena, as seen on Jacopo de' Barbari's map, is located in the extreme outskirts of the city, far from the center. It's a church of 13th-century foundation and important because it holds the relics of Saint Helena, that is, the mother of Emperor Constantine. The church was also significant because it was a dogal juspatronage, meaning it had a very close connection with the Doge's Palace, and the priors received their appointment directly from the Doge, as did the revenues attached to the appointment come directly from him.

 

At some point, an architectural and sculptural composition was applied to the church's facade depicting a Captain General of the Sea, Vettore Cappello, who died in 1467. The facade is dated to the following year, and the sculptor is probably Nicolò di Giovanni Fiorentino. The facade was commissioned by the deceased's sons, so again, this is strictly private commissioning.

 

On the facade, there's a sarcophagus, but it's not an actual burial site since Vettore is buried inside the church. What distinguishes the Sant'Elena facade solution is undoubtedly the non-triumphal pose since Cappello is depicted kneeling, in an attitude of devotion before the saint after whom the church is named, which also houses her relics. Thus, not with the triumphant pose of the Captain General of the Sea as seen in the previous monuments with Barbaro, but in an attitude of devotion.

 

In addition to the monument, to confirm that the facade was "sponsored" by the Cappello family, there are the family's coats of arms.

 

The depiction of Vittore Cappello kneeling recalls that of Doge Foscari kneeling before the Lion in the Porta della Carta.

 

Another example: the Church of Santa Maria Formosa

 

The Church of Santa Maria Formosa has two facades: one on the square and one on the canal. We start with the one on the canal where another monument to a Captain General of the Sea is located, namely Vincenzo Cappello. Santa Maria Formosa is a very important church because it is one of the eight churches legend says was founded by Saint Magnus, the Bishop of Oderzo, who in the 6th century, upon a dream vision of the Virgin, founded these eight churches.

 

Importance of the Church

 

The current building, in its architectural structure, is by Mauro Codussi, and the facade of interest to us dates back to 1542 and was subsequently applied to the existing building. The church, because of its significance in the founding history of Venice, was every year the destination of what was called the "Doge's Procession"; that is, every year, on the day of the Purification of the Virgin, which is February 2, a procession with the Doge would come from St. Mark's to the church where mass was celebrated. It's a place that plays a very important role in state ceremonies, and this is undoubtedly a very significant element to consider when pondering the motivations of the patrons.

 

The Facade Dedicated to Vincenzo Cappello

 

The statue of Vincenzo Cappello was made by Domenico da Salò, and here, the Captain General of the Sea is depicted in a triumphant pose, with his armor and command baton, above a sarcophagus. In the lower part, we find scenes of naval battles, which we will encounter much later at Santa Maria del Giglio as well. Since Vincenzo Cappello had been dead for many years, in making this sculpture, they probably used a portrait of Vincenzo Cappello painted by Titian in the 1550s, which in turn was already a costume portrait.

 

Likely the First in Venice

 

Probably, the facade of the Church of Santa Maria Formosa on the canal is indeed the first facade we can truly define as a celebrative facade. On this facade, in fact, there are no symbols linking to religion, to the function of the building, but in this case too, at the top, there's the family coat of arms.