Palazzo Vendramin Calergi, Venezia
Lo splendido palazzo Rinascimentale lungo il Canal Grande è oggi noto come Ca' Vendramin Calergi, anche se sono due i protagonisti che ci hanno regalato questo splendore: il nobiluomo Andrea Loredan (1450-1513) ed il suo amico architetto bergamasco Mauro Codussi (1440-1504).
I due si sono conosciuti grazie alla comune frequentazione dell'ambiente camaldolese, nel convento di San Michele in Isola, la chiesa che oggi fa parte del Cimitero di Venezia.
L'architetto stava lavorando alla bellissima Chiesa di San Michele ed il nobiluomo era una delle figure di spicco del circolo culturale riunito attorno alla casa madre dei frati veneziani.
"Non nobis, Domine": le ideologie ed il Palazzo
Il Loredan vive dell'ideologia camaldolese, regolata da un preciso statuto etico che metteva bene in chiaro il ruolo di ogni individuo privato rispetto alla vita pubblica che doveva privilegiare la cultura, rispettare la famiglia e la casa ed impegnarsi per il bene pubblico.
Massima attenzione, insomma, alle superiori esigenze e ragioni dello stato. Alcuni riferimenti li troviamo anche nel palazzo come il motto "Non nobis Domine" scritto nel piano terreno della facciata che indica l'annullarsi della grandezza individuale del proprietario rispetto a Dio e alla Patria.
Le foglie di quercia che affiancano il motto rappresentano il "defensor urbis". Le immagini della Prudenza e della Diligenza (purtroppo perdute) affrescate da Giorgione nell'atrio del piano terreno evocano, ancora una volta, virtù eroiche coltivate per amore di patria.
Anche la presenza di unicorni e di aquile vogliono esaltare la grandezza della Repubblica ritenuta all'epoca l'unica vera erede dell'impero cristiano.
Infine la scritta "Domus Paci" sugli stipiti del portale d'acqua sul Canal Grande esprime il desiderio di pace in un momento davvero critico per la Repubblica stretta tra le guerre con i Turchi e tutte le potenze europee unite nella Lega di Cambrai.
Leonardo muore proprio combattendo contro la Lega a Creazzo (Vicenza) nel 1513, pochissimi anni dopo il completamento della bellissima casa rinascimentale.
L'architettura rinascimentale di Palazzo Vendramin Calergi
Il palazzo è una delle più importanti opere dell'architettura rinascimentale veneziana ed uno dei capolavori di Mauro Codussi. L'architetto nacque in Val Brembana, che era territorio bergamasco dopo la dedizione a a Venezia del 1428. A lui praticamente dobbiamo l’introduzione dell’architettura rinascimentale a Venezia che finì per soppiantare il gotico veneziano fino ad allora predominante. Le sue più note realizzazioni sono:
- Chiesa di San.Michele in isola (sua prima realizzazione)
- Torre dell’orologio, in collaborazione con Bartolomeo Bon suo conterraneo
- Chiesa di San. Zaccaria
- Facciata della Scuola Grande di San Marco
- Chiesa di Santa Maria Formosa
- Chiesa di San.Giovanni Grisostomo
- Ca’ Vendramin Calergi
L'architetto non riuscirà a vedere completato il palazzo perché muore nel 1504, due anni dopo l'inizio dei lavori. Ad ultimare l'opera sarà il figlio Domenico.
La struttura di Ca' Vendramin Calergi
La facciata è in tre ordini sovrapposti: piano terra e due piani nobili, di cui quello inferiore con balaustre alle finestre. Il piano terreno ha tre aperture eguali che danno luce al portico. All'esterno due coppie di finestre, sotto le quali si trova la scritta "non nobis Domine", evidenziano la presenza del piano ammezzato.
I due piani nobili hanno cinque aperture eguali ciascuno e sono ritmati dalle due fasce marcapiano con cornicioni in forte evidenza, sostenuti da colonne a tutto tondo. Sul sottotetto corrono linee di triglifi e di ovuli all'antica. L'abbaino, forse aggiunto nel corso del seicento, pare essere l'unico elemento della facciata ad aver subito manomissioni rilevanti nel corso del tempo.
Lo schema delle bifore e del finestrino circolare poggiato sui semiarchi interni viene adottato dal fiorentino Palazzo Rucellai, migliorandone però la forza e l'impatto estetico.
Gli interni di Palazzo Vendramin Calergi
La planimetria interna del palazzo, fortemente condizionata dalle preesistenze, si ripete uguale sui tre piani. Il grande vano centrale passante - il porterò - in prossimità della facciata d'acqua si apre a martello. Sul vano centrale si aprono le stanze delle porte laterali. Al piano terra le porte laterali di questo ambiente recano motti latini. Al centro della parete di destra si apre il grandioso arco dello scalone che conduce ai piani superiori.
Gli interni erano riccamente decorati, ad esempio il quadro "Fuga in Egitto" di Tiziano, ora al Museo dell'Ermitage di San Pietroburgo, era stato commissionato da Andrea per il palazzo. Ma anche il Giudizio di Salomone di Sebastiano del Piombo, ora parte della collezione Bankes in Gran Bretagna. La presenza di pittori "giovani", ai tempi della costruzione del palazzo, testimonia la cultura di Andrea che era in grado di individuare artisti nascenti.
La morte, il testamento, l'eredità
Prima di morire in battaglia, il 15 luglio del 1513, Andrea Loredan stende il testamento. È sposato con Maria Badoer ma non hanno avuto figli. Egli stabilisce, in modo ferreo, che il palazzo debba rimanere integro e che non debba essere mai ceduto dai suoi eredi, né in toto né in parte. Non fanno eccezione nemmeno gli "ornamenti de quadri, tapezarie e statoe de marmorio".
In seguito alla sua morte, ed in base a queste disposizioni testamentarie, il palazzo passa al nipote Andrea e successivamente ai suoi nipoti Alvise, Domenico e Antonio. Nel 1581 questi tre presentano alla Serenissima una supplica di proscioglimento del singolo di inalienabilità ed i giudici li accontentano.
Il palazzo viene venduto per 50.000 ducati a Enrico Duca di Brunswick il quale, due anni dopo, lo rivende a 91.000 ducati a Guglielmo Duca di Mantova. La figlia del Duca di Brunswick avvia una causa legale contro il Duca di Mantova e ri-ottiene la proprietà dell'immobile che, due anni dopo, vende ad un ricchissimo mercante originario dell'isola di Candia, Vettor Calergi.
La famiglia Calergi
La famiglia dei Calergi (Kallergis in greco) occupa una posizione di rilievo nella storia della Grecia e di Venezia. Furono una famiglia feudale di origine greca, annoverata tra le "famiglie nuovissime".
Si dice che discendano dall'imperatore bizantino Niceforo II Foca. Diventarono patrizi veneziani a seguito del valore dimostrato nella guerra di Chioggia.
Secoli prima, nel 13° secolo, questa famiglia notabile della Creta bizantina, nella persona di Alessio Calergi (Alexios Kallergis) riuscì ad imporre a Venezia la famosa Pax Callergi a seguito di una rivolta durata decenni contro il dominio Veneziano da loro proclamata a Creta.
Il testo di questo trattato è conservato nel Museo Correr che possiede l'intero archivio della famiglia Calergi portata a Venezia a seguito della caduta di Candia agli ottomani (1669), un archivio ancora largamente inesplorato.
Il discendente di Alexios, Victor Kallergis fu il padre dell'intellettuale Antonios Kallergis che scrisse libri di storia. Il fratello di Antonio, Matteo, fu un grande guerriero e rivoluzionario; fu uno dei pochi greci ad essere onorati come nessun altro da Venezia e sua moglie Camilla Donà, fu la nipote dello stesso Doge Francesco Donà. Fu probabilmente ucciso in un agguato dai suoi avversari politici e la vedova di Matteo partì per Venezia dove acquistò, assieme al figlio Vettor Calergi, il palazzo che oggi è conosciuto come il Ca' Vendramin Calergi sul Canal Grande di Venezia.
Vettor Calergi e la figlia, Marina Grimani
Il nuovo acquirente si è da poco sposato con la nobildonna veneziana Elisabetta Gritti e, nel palazzo sul canal grande, questa unione dà la vita a Marina Calergi, unica figlia ed erede dell'intero, immenso patrimonio del padre.
Nel 1608 Marina si sposa con Vincenzo Grimani, dei Grimani di Santa Maria Formosa, un'altra ricchissima famiglia veneziana. I due sposi si dedicano a rinnovare il palazzo aggiungendo, nel 1620 la grande Ala Bianca che si eleva, in posizione arretrata rispetto al fronte principale dell'edificio. Per farlo affidano i lavori al grande architetto Vincenzo Scamozzi che, come il Codussi, non farà a tempo a vedere i lavori ultimati perché muore nel 1616.
Davanti al nuovo corpo di fabbrica i giovani sposi creano un grande giardino, "notabile per disegno, piante, fiori, ornato di cipressi". Sembra che Marina volesse avere, a Venezia, alcune piante dell'isola di Creta, dove la famiglia aveva ancora diverse proprietà. La guerra di Creta, di lì a poco, cambierà tutto.
La ricchezza di Palazzo Vendramin Calergi
La famiglia Grimani Calergi si dedicò a rinnovare anche gli arredi interni del palazzo, aggiungendo alle opere già proprietà dei Loredan anche molti altri dipinti importanti, tra i quali ritratti e scene religiose di Bellini, Tiziano, Veronese, Tintoretto ed una serie di tredici arazzi con le storie di Giosuè.
Di tutto questo, purtroppo, nulla è rimasto. Anche questo patrimonio artistico è scomparso, come molti altri a Venezia, dopo l'arrivo di Napoleone.
Prima della morte Marina Grimani redige un testamento in cui inserisce nuovamente un vincolo testamentario che impedisce la vendita del suo amato Palazzo e del suo contenuto. Non solo, stabilisce che i futuri proprietari debbano aggiungere il cognome di Marina, Calergi, al proprio . L 'ultimo figlio dei Grimani Calergi muore nel 1729 ed il palazzo passa ad un prozio, il senatore Vettore Grimani, che diventa, quindi, Vettore Grimani Calergi.
Alla morte di Vettore il palazzo passa al nipote Nicolò Vendramin, ed anche lui aggiunge il cognome di Marina al proprio, diventando Nicolò Vendramin Calergi.
Il palazzo assume il nome per cui è oggi conosciuto.
La duchessa di Berry a Ca' Vendramin Calergi
Nel 1844 i fratelli Nicolò Gasparo e Gasparo Francesco Vendramin Calergi, anziani e privi di eredi, cedono il palazzo alla "famosa" Duchessa di Berry, Maria Carolina. L'arrivo dei francesi a Venezia aveva stravolto anche le leggi per cui il vincolo testamentario non era più valido. La duchessa è la vedova dell'erede del re di Francia e madre del pretendente al trono di Francia in esilio, Enrico di Borbone. Enrico aveva residenza a Palazzo Cavalli Franchetti, a San Vidal.
Anche la duchessa mise mano ad un intenso restauro del Palazzo, facendo costruire un teatro al secondo piano capace di ospitare ben trecento spettatori, fece erigere una piccola cappella privata, ancora esistente ed aggiunse i gigli di francia come decorazione negli interni. Comprò anche moltissime tele di pittori veneziani come una Madonna col Bambino di Giovanni Bellini (ora al museo di Detroit), un Ultima Cena di Tintoretto (ora nella chiesa parigina di San Francois Xavier) ed altre tele più o meno importanti.
Queste ed altre spese portarono la duchessa ad accumulare un debito di ben sei milioni di lire del tempo che la portarono alla rovina. Nemmeno con la vendita di tutto il suo patrimonio riuscire a ripianare i debiti.
Ca' Vendramin Calergi e Wagner
Il compositore tedesco Richard Wagner venne ad abitare in questo Palazzo alla fine del 1882 e morì il 13 febbraio dell'anno successivo.
Ca' Vendramin Calergi nel 1900
L'ultimo erede della Duchessa de Berry, Carlo Lucchesi Palli, vendette il palazzo nel 1936 al conte Giuseppe Volpi, allora ministro del governo italiano che possedette diversi palazzi a Venezia.
Dopo la seconda guerra mondiale l'edificio è stato rilevato dal Comune di Venezia per essere adibito provvisoriamente a sede del Casinò Municipale. Il casinò del lido era infatti utilizzato dalle truppe alleate. Dal 1959 Ca' Vendramin Calergi è diventata sede fissa del Casinò durante i mesi invernali, in alternanza con la sede del Lido, dimessa in tempi recenti.